venerdì 15 giugno 2007

Il cielo é azzurro sopra berlino...

...ci hai preso un'altra volta, Marco Civoli. Daccordo, con Sandro Mazzola accanto riesci anche ad azzeccare le previsioni del tempo a 11 mesi esatti di distanza. Io accanto ho Ri, e le previsioni ancora non mi riescono troppo bene.

Cercheró dunque di terminare il racconto infinito della mia due giorni berlinese. Dopo una LAUTA (uff) colazione, parto per visitare il resto di Berlino. Prima tappa la sinagoga ebraica, che venne incendiata durante la notte dei Cristalli e ricostruita sfarzosamente. Notare che ogni edificio ebraico a Berlino é pattugliato da poliziotti. L'ingresso alla sinagoga si paga quindi decido di "tornarci piú tardi". Mi avvio dunque verso il "Pergamon Museum", compreso nella "Schau-Lust" card, quindi posso "entrarci subito".



Il Pergamon Museum é uno dei musei piú "visitabili" in cui sia mai stato (potevate risparmiarvi il commento). Prima di tutto ti danno compresa nel prezzo una bella audioguida in italiano, il che vale da solo il biglietto (che non ho pagato). Il museo contiene all'interno la ricostruzione del "fu" tempio di pergamo, e non solo. La prima stanza contiene i fregi che ornavano le pareti del tempio di pergamo. In questi sono rappresentati gli scontri tra gli Dei e i Giganti. Ovviamente non avrei neppure immaginato che fossero Dei e Giganti, né quali fossero i Dei e quali i Giganti se non fosse stato per la fantastica audioguida compresa nel biglietto (che, ribadisco, non ho pagato). Dopo avermi guidato lungo le rovine del tempio di pergamo, la audioguida (ho giá detto che era compresa nel prezzo del biglietto che non ho pagato?) mi conduce alla ricostruzione della cittá di Babilonia al tempo di Nabuccodonosor II. Grazie all'audioguida (che...) vengo a scoprire aspetti interessanti: quei muri laccati non solo sono belli, ma hanno un valore particolare perché a Babilonia non si trovavano le materie prime per costruirli. A seguire un ala del museo era dedicata all'arte islamica (lo so mamma non sarei dovuto neppure entrarci, ma ti assicuro che sono stato attento), romana e greca.


Intendiamoci quando si va veloci tutti i musei sono uguali, al solito vasi, urne e busti di Pericle sparsi qua e la. Quindi evito dettagliate descrizioni del museo "Bode", dove al solito c'erano vasi, urne e busti di Pericle ma questa volta generalmente di legno. Successivamente passo alla galleria nazionale, dove é esposta una mostra dal titolo "I migliori francesi vengono da New York". Non so perché ma questa frase accattivante mi spinge ad entrare. Forse, ribadisco forse, il fatto che l'ingresso fosse compreso nella carta ha avuto un certo tipo di influsso nella scelta. La mostra comprende quadri di tutti i tipi, dalle carte di Berlino alla sezione dedicata agli impressionisti, veramente bella. La audio guida, anche qui compresa nel prezzo, aiutava solo per un certo numero di opere. Resta il fatto che l'interpretazione della audioguida é quella di un esperto, e quindi ha un valore molto maggiore della mia. Ma la domanda é: sará comunque quella giusta?







Con questo amletico dilemma mi muovo alla volta del Duomo di Berlino. Una volta scoperto che non é incluso nella schau-lust card, decido di passarci piú tardi, quando sto andando a vedere la sinagoga. Raggiungo in compenso Alexanderplatz, dove fa bella mostra di se la torre della TV. Seguono in ordine sparso il duomo dei tedeschi, che uno si immagina dal nome essere una chiesa e poi scopre essere... in realtá scopre poco nulla, perché da fuori continua a sembrare una chiesa e da dentro un museo del parlamento tedesco. Roba da far addormentare solo a leggere.




Da lí visito il museo delle comunicazioni, che prometteva bene ed effettivamente malaccio non era. Certo vedere le cabine telefoniche, i telefoni di quando ero piccolo e i primi cellulari come oggetti da museo fa un pó impressione. Intendo dire, comincio a diventare vecchio? Qualche bimbo vedendo il telefono con la rotella domanderá al padre "e quello come funzionava?".





Dubbioso raggiungo la "topografia del terrore", vale a dire una sorta di mostra allestita su una parte rimanente del muro di berlino dove poter rivivere la storia degli anni bui tedeschi, dalla salita al potere di Hitler al giorno prima della caduta del muro.




I piedi cominciano a parlarmi, e non mi stanno chiedendo di fare una passeggiata. Decido dunque di chiudere la mia permanenza berlinese, non senza aver prima visitato il Reichstag, il parlamento, con annessa cupola. L'ingresso é gratuito, e questo é il bello. Il brutto é la comitiva di italiani che, nell'ascensore che porta al tetto, fanno BATTUTONE del tipo "AO CHE SO LE DOCCE QUESTE? MA CHE STA PER USCI ER GAS?". I commenti sono superflui. La vista é interessante, purtroppo la temperatura dentro la cupola é sui 750° Celsius con un tasso di umiditá che definirei "BESCHTIALE". Arrivato a questo punto ne ho proprio abbastanza, riesco giusto a vedere la statua della vittoria poi preferisco aspettare 2 ore il treno in stazione piuttosto che rischiare il collasso dentro la stazione dello Zoo di Berlino, come i ragazzi dell'omonima stazione.

Si torna ad Hannofa. Che dire. Berlino mi é piaciuta. Un viaggio istruttivo, che mi ha dato da riflettere.

Dai lo so che questo post era pallosissimo, ma se volete farvi due risate guardatevi il telegiornale. Ma tranquilli domani potrete giá aprire il blog gridando "ZUPPA, FACCI SOGNARE!".

giovedì 14 giugno 2007

I Complimenti per ICOM-plimenti

...a mio avviso é stata una delle pubblicitá piú sottovalutate della storia della TV italiana. Nino Frassica al suo meglio, roba da far passare in secondo piano Martufello con le mozzarelle Francia.

Comunque i complimenti per ICOM-plimenti sono tutti per voi, miei fedeli lettori. Grazie ai vostri vividi commenti, blogspot mi assegnato il bambino che riceverá il maglioncino Fay al raggiungere dei 100 commenti. E mi ha anche inviato una foto del padre degenere che non vuole acquistare questo capo di prima necessitá o, ancora peggio, desidera acquistare allo spaccio aziendale Fay. Come il volgo. Quindi dateci dentro coi commenti.

Sappiate che sto tracciando le visite, quindi so esattamente quanti siete, dove abitate e cosa avete mangiato per cena. E sono contento che non devo ricorrere a stratagemmi tipo mettere donnine discinte in prima pagina come fa qualcuno di mia conoscenza.

Brevi risposte ai vostri commenti:
  • A quel grosso di Ronaldo: sono contento che il mio blog ti dia lo stimolo. In realtá pensavo che vivere nella via con le mattonelle del cesso fosse giá sufficiente. Evidentemente sottovalutavo il problema.
  • All'amico Massimo: osserva come una Casio Exilim Z-600 con un cavalletto da 2,5€ riesce a sopraffare anche una Canon EOS 400. Purtroppo mi devo astenere dai commenti sulle foto, a causa di orecchie indiscrete rischio poi di dover pubblicare una lettera di scuse su Repubblica.
  • A Zeppe: il "fratello prodigo", che é tornato dopo un era di arbitrario oscuramento, grazie al provvido intervento, che operó quel sacramento di... Ti basti sapere che sei la mia maggiore fonte di traffico di msn (dati "..\File Ricevuti\lukino\Cronologia"). Per evitare di creare gelosie e di ritrovarci disoccupati dovremmo darci una regolata.
Lascio momentaneamente il racconto di Berlino in stand-by. Il mio tempo qui ad Hannover sta correndo fuori, e non lo puoi spingere sottoterra né smettere di strillare fuori.

In fondo un pó mi stavo affezionando: dalle piccole cose che cambiano dentro casa segno che qualcuno oltre a me ci vive, ai ragazzi qui con cui avevo ormai socializzato. in particolare con Ri, al quale puoi chiedere qualsiasi cosa, da una matita ad un rene, e ti risponderá sempre "No problem".

A dopo, o a domani, stasera i negozi resteranno aperti fino alle 22. Ultime speranze per i piú fortunati di voi di ricevere un souvenir. Che so, tipo un würstel affumicato.

martedì 12 giugno 2007

A Berlino ci son stato con Bonetti...


...eh beato te Lucio. Io solo come un mitocondrio di una ameba. Che poi Lucio, diciamocela tutta, ad essere grande é grande Berlino ma triste non la definirei. Direi piú una cittá pensierosa.

Fatti dunque i tre chilometri e mezzo a piedi nonostante l'abbonamento giornaliero, raggiungo l'albergo Abendstern. Una lezione che non finiró mai di imparare é di diffidare delle foto delle stanze degli alberghi che si trovano su internet. Sono come le foto delle pietanze McDonald. Nella realtá entrambe sono piú piccole, hanno un cattivo odore e c'é ketchup dappertutto.

L'albergo é comunque in posizione semi-centrale o quantomeno molto ben collegato coi mezzi pubblici. Sia ringraziato l'inventore dei bermuda e il momento in cui ho deciso di portarmeli. Alla conclusione vi lascio arrivare da soli, secondo le migliori previsioni, durante quei 10 minuti in albergo si é fatto nuvoloso e con tanto di copioso vento.

Prossima tappa l'isola dei musei, dove poter sfoderare la mia schau-lust card. Pecco peró di tempismo, considerato che i musei chiudono alle 18 e io ci arrivo 30 minuti prima. Faccio quindi giusto in tempo a vedere il museo egizio e un altro museo, considerato che tanto senza audioguida o esperto accanto (andava bene anche un sandriniello tascabile) si capisce poco quindi si puó andare spediti in mezzo a busti, mummie, vasi etruschi e armature greche.



Posto che le rimanenti strutture erano ormai chiuse, mi dirigo al museo ebraico. Voglio essere sincero, me lo aspettavo molto diverso. E mi sono anche vergognato di ció. Mi aspettavo un museo dell'olocausto, in realtá era la storia degli ebrei che hanno vissuto in germania, quindi l'olocausto era una delle tappe della loro travagliata vicenda. Quella che comunque, ovviamente, mi ha colpito di piú. Il momento piú impressionante é stata la cosíddetta torre dell'olocausto. Tradotto, una stanza triangolare alta una ventina di metri vuota e buia ad eccezione di una fessura in cima. Ma le pareti, dipinte di nero, evitavano comunque l'illuminazione. Toccante, da provare.



Da lí mi dirigo al Checkpoint Charlie, ossia il passaggio tra l'allora berlino est e berlino ovest. L'apertura lungo il muro. In prossimitá, nel settore americano, visito il museo del muro. Specifico nel settore americano dal momento che il museo non é stato costruito dopo la caduta ma molto, molto prima. Personalmente l'ho trovato un pó troppo a senso unico. Gli americani sono i buoni e i russi i cattivi. Il grosso era infatti dedicato a tutti coloro che hanno provato, spesso perdendo la vita, e a quelli che sono riusciti a scavalcare il muro. Ovviamente passando dal settore russo a quello controllato dagli americani/inglesi. Purtroppo non mi spingo oltre visto che la mia ignoranza é profonda quanto la fossa delle Marianne e rischio solo di fare brutte figure. Resta il fatto che la cosa é assurda. Non tanto la divisione di per se, quanto che stiamo parlando di storia contemporanea. Appena 18 anni fa. E quindi il grosso delle persone che incontro per strada quelle cose che sto vedendo nel museo, come potevo vedere i vasi etruschi, le hanno vissute sulla loro pelle. Dal lato est o dal lato ovest. Rimaneva comunque un popolo solo diviso, separato da una barriera fisica. Basta sentimentalismi.

In prossimitá del Checkpoint Charlie c'é ancora qualche decina di metri di muro che conducono direttamente alla Postdamer Platz, una piazza moderna con palazzi moderni e una stazione dei treni moderna. Troppo moderno, sono ancora sotto effetto muro per godermela.

Da Postdamer Platz ci si avvicina al centro, passando per la porta di Brandeburgo e si arriva al Reichstag, il celeberrimo parlamento.

Perché descrivo cosí velocemente? Semplice perché stavo camminando velocemente. La scena é infatti: Berlino, mezzanotte, cartina dimenticata in albergo e vaga idea di dove mi potessi trovare. Idea di chi POTESSI trovare invece proprio nulla, quindi meglio seguire i binari della metro e tornare a casa. Sempre che i binari della metro non attraversino il fiume, in quel caso tornate indietro e raggiungete mezz'ora dopo la agognata stazione. Il tutto senza passare dal Via.

Per inciso mentre vedevo scrivevo questo post ho visto "Rombo di Tuono". E devo dire che Tom Cruise sembra ancora piú basso in tedesco.

Chiudete le valige amici, si va a Berlino...

...tranquillo Beppe ho preso tutto. Che poi son sicuro che a te le valige le faceva Caressa, quindi inutile che tu faccia tanto lo spiritoso.

Dicevo, si va nella capitale. Ció che non ero riuscito a fare in un anno passato in Germania lo faccio stavolta. E' un pó come il compleanno, é brutto quando torni dire che non sei stato a Berlino e non voglio deludere i miei piccoli fans.

Mi imbarco (contenti adesso?) dunque a bordo del treno superveloce tedesco ICE (da leggersi "ITZE' ") con posto (come da programma) in prossimitá di pampino pestifero. Alla prima stazione (Wolfsburg, la cittá della Volkswagen) fortunatamente il pampino con papá incorporato mi abbandona, ne approfitto per appropriarmi del loro posto con vista fabbrica VW. Come da programma il tempo di cambiare posto che mi trovo attorniato da madre con quattro pampini incorporati. Pochi secondi dopo rimpiango giá il pampino pestifero di prima, che al confronto era il piccolo lord. Ora ragionate un attimo, c'é qualcosa che non mi torna: i bambini occupano un posto (quando va bene), fanno piú chiasso, sporcano di piú e, diciamo le cose come stanno, spesso e volentieri non controllano l'aerofagia. Qualcuno é in grado di spiegarmi come mai paghino la META' di quel che pago io?

In ogni caso, reprimento a stento istinti infanticidi raggiungo finalmente la stazione Berlin Hauptbahnhof (ormai avete capito come si pronuncia). E' dunque d'uopo acquistare la Schaulust card che permette l'ingresso gratuito a 70 musei cittadini. Ovviamente mi spaccio per studente mostrando il libretto (che ho dimenticato di rinnovare) e la acquisto per 7,50€. Esco dall'info point con la coscienza pulita quanto un pluriomicida.

Prima tappa del viaggio é lo Zoo di berlino. Per un paio di buoni motivi. Il primo é che lo Zoo di berlino si paga, quindi é meglio togliersi il dente subito. Il secondo é che sono venuto a berlino esclusivamente per vedere knut, e lo voglio vedere subito.

Alla stazione dello Zoo di Berlino ho provato senza successo a ricostruire gli ambienti del libro "Noi, ragazzi dello Zoo di Berlino", che consiglio a tutti quelli che sono giú di morale e hanno voglia di svagarsi un pó. Ora in teoria dalla stazione "Zoologischer Garten" uno si immagina di non aver bisogno del GPS per trovare lo Zoo. E se ci sono i cartelli turistici uno non si puó sbagliare. UNO, non io. E infatti finisco a visitare la chiesa in foto.

Alla fine ce la faccio, mi rispaccio per studente e sono finalmente nello Zoo di Berlino. Andare allo Zoo con poco tempo a disposizione mi ha ricordato tanto andare all'IKEA con poco tempo a disposizione. Cammini veloce, guardi le cose che hai visto nel catalogo e sai giá che alla fine non ti comprerai nulla. Con due piccole differenze. All'IKEA in genere non respiri polveri sottili di sterco e allo Zoo di Berlino non ho visto sedie Poyan esposte.

Insomma gli animali sono tanti e, ripeto, con poco tempo a disposizione uno finisce per girare e dire "toh, un cammello" oppure "ecco l'orangotango" manco si trattasse del cane Tinkerbell o di uno stercorario. Dulcis in fundo voglio vedere l'orsetto knut, motivo principe della mia visita. Ció che non avevo calcolato é che l'orsetto knut non lo voglio vedere solo io, ma anche qualche centinaio di altre persone, ad occhio e croce 30 minuti di attesa. Tantomeno avevo calcolato che la temperatura é sopra i 30 gradi, e lí potevo consolarmi pensando che l'orsetto knut sicuramente sentiva piú caldo di me. Ma a differenza mia l'orsetto knut non aveva lo zainetto anti-traspirante in spalla e soprattutto non era circondato da una mandria di fastidiosi animali, ossia centinaia di bambini pestiferi eccitati manco avessero bevuto 20 litri di aranciata San Pellegrino.

Il top lo si raggiunge quando un amorevole papá (2 metri per 150 chili circa) posto accanto a me decide di prendere in spalla la figlioletta, la quale grida immediatamente "LO VEDO LO VEDO!". Le altre bestie in libertá vengono ancora piú vicine all'oracolo gridando "COM'E' COM'E'". E l'oracolo sentenzia: "bianco". Il sole cocente e il senso di idiozia di perdere 35 minuti in fila per vedere da lontano un orsetto polare quando a 10 metri di distanza ce ne sono 4 adulti che nessuno si fila di striscio, mi stavano per spingere a complimentarmi con i genitori per aver prodotto una figlia sorgente di entropia nulla, quasi quanto quel mio saggio amico che dormiva d'inverno senza coperte per non aumentare ulteriormente l'entropia dell'universo. L'avanzare della fila mi fa desistere.

Finalmente ho accesso al recinto da cui osservare il tenero orsetto. Tenero d'accordo, ma dopo 3 minuti di tenero orsetto una parte di te dice "ok, visto si puó andare", l'altra ti dice "ho resistito 35 minuti al sole, adesso restiamo qui fin quando non chiude lo Zoo".

Dopo circa 20 minuti di morbide evoluzioni del pacioccoso quadrupede decido di averne abbastanza di Knut, sole, caldo, bambini e odore di sterco (che in genere vanno di pari passo). Si va alla ricerca dell'albergo, ovviamente i 3,5 kilometri me li faccio a piedi per vedere la kurfüsterdamm strada dello shopping.

Quello che ho odiato della mattina: i bambini pestiferi.

Ho fame, ceno. Alla prossima puntata.

venerdì 8 giugno 2007

Alles gute zum Geburstag

...da pronunciarsi "Alles gute zum Geburstag", esattamente come si scrive. E' vero, ogni sette di Giugno ci ritroviamo insieme a Pippo Baudo ed Enrico Montesano a festeggiare un anno di piú. Evito commenti sul tempo che passa, sui progetti, su dove pensavo di essere a questa etá altrimenti vi costringerei a prendere il primo volo per venirmi a punire. In tal caso non dimenticate il cemento, quello a presa rapida, possibilmente marca "Italcementi" che sta vicino a Brescia e quindi FRGN forse ci fa fare uno sconto.

Tornando al compleanno, devo ammettere ché é stata una giornata atipica. Effettivamente non mi é mai piaciuto tanto pubblicizzare il mio compleanno, e devo dire che quest'anno il tutto mi é riuscito estremamente bene. A stento sono infatti riuscito a sviare il discorso nelle coinvolgenti chiaccherate del pranzo, in cui insistentemente i ragazzi di qui cercano di farmi a sentire a mio agio. Ovviamente scherzo, mi sento a mio agio come una donna in bikini ad un convegno di fondamentalisti islamici.

Tornando ai fatti, oggi ho fatto due presentazioncine. L'auditorio, ossia i tre con cui "dovrei" collaborare hanno detto in maniera entusiasta di averla trovata estremamente interessante. La cosa ben poco conta, considerato che erano le stesse parole che avevo usato io dopo che mi hanno mostrato un algoritmo in grado di distinguere le foreste dai fiumi nelle immagini satellitari.

Comunque, visto che é il compleanno SI DEVE festeggiare e guai a chi non lo fa, sono andato a comprarmi una bella torta. La vedete nella foto a sinistra, le candeline le avevo giá spente e per questo motivo non le vedete nella foto. Per inciso il doner l'ho pagato 2,50 come a Vienna. Ció mi fa pensare che esista un cartello internazionale di turchi che ha deciso che... dicevo che abbia fissato il prezzo a discapito di noi consumatori.

La bella notizia é che il giovedí molti negozi rimanevano alle 22 anziché alle 20. E aperti fino questo fa riflettere. A vienna il giovedí i negozi chiudono alle 20 anziché alle 19. Ció mi ha permesso di farmi il regalo di compleanno.

Esistono tre cose che esercitano su di me una attrazione ingiustificata, nel senso che sento impellente bisogno di comprarle nonostante non me ne faccia nulla. A parte le DIVERTENTISSIME battute che vi sono venute in mente, due sono i PDA e i trolley. La terza, che non a caso é quella che costa di meno, sono le magliette da calcio. Ed é quella che mi sono comprato per il compleanno.

In conclusione ho due buone notizie.
La prima é che mi sono comprato i biglietti per Berlino, e questo finesettimana lo passo lí.
La seconda é che hanno scarcerato Paris Hilton. Per buona condotta, una volta tanto l'indulto di Mastella non c'entra nulla.

P.S.: A tutti quelli che hanno letto su skype che era il mio compleanno e non mi hanno fatto gli auguri gli auguro di cuore una diarrea fulminante. Ma non oggi, tranquilli oggi é il mio compleanno e sono pieno di buoni sentimenti. Glielo auguro nel bel mezzo del loro prossimo volo intercontinentale durante una turbolenza che li costringa a rimanere nel loro posto centrale ben legati alle cinture di sicurezza.

mercoledì 6 giugno 2007

"il mio ufficio" o qualcosa del genere

Ora che giá cone oscete l'edificio é ora di mostrarvi la stanzetta dove passo il tempo a ricercare il senso della vita o a ricercare le migliori offerte dei supermercati locali. Dopo lunghi sforzi ho infatti coniato in Austria "il teorema del risparmio". Siccome il post é intitolato... ad essere sinceri non gli ho ancora dato il titolo ma dovrebbe suonare come "il mio ufficio" o qualcosa del genere, non divagheró molto. Dicevo il teorema del risparmio dice che la massima soddisfazione di me medesimo é data dalla seguente equazione:

SODD = A*QUANTITA' + B*PREZZO^{-1} + C*OFF_SPEC + D*QUALITA' [*]

Tornando a "il mio ufficio" o qualcosa del genere, le foto intorno a questo testo vi danno una chiara idea della situazione. Effettivamente non la danno, manca l'elemento d'arredamento caratteristico: il mio compagno di stanza. E' un koreano del nord, quindi ha il 50% di provenire da una nazione canaglia (visto che non mi ricordo se gli USA vanno d'accordo con quelli del nord o quelli del sud). Il mio rapporto con lui é bellissimo per due motivi. Il primo é che non ho ancora capito quale sia il suo nome e quale il suo cognome, ma per semplicitá lo chiamo con la parola piú corta delle tre cioé "Ri". Ora voi penserete: semplice e immediato, gli dici "Ri" e poi quello che ti serve. No, nulla di tutto questo visto che Ri parla l'inglese come io parlo l'Etrusco. No, non nel senso che conosce solo le parolacce, quanto che proprio si esprime male, insomma uno di quei casi in cui si puó dire che al nostro rapporto manca la comunicazione.

In ogni caso potete ammirare la mia scrivania, in cui fa capolino il mio consueto ordine stoico. Daltronde come diceva il mio saggio amico Zeppe, si puó capire quanto lavora una persona guardandogli la scrivania. Se ha tempo di tenerla in ordine vuol dire che poi tanto da fare non aveva. Per me il motivo non é ESATTAMENTE questo, ma mi accontento di sapere che se passasse Zeppe davanti al mio ufficio penserebbe "HEY quello sí che é uno che si spacca la schiena!". Anche io ho il mio balconcino in fil di ferro personale, quindi se mi vedete giú cercate di consolarmi il piú in fretta possibile. Notare il dettaglio del parapetto, che in realtá é stato ideato come una pratica scaletta verso l'infinito. La foto a destra mostra il rilassante (e romantico secondo alcuni) cimitero piazzato davanti all'istituto.

[*] Segue parte per veri nerd:

OFF_SPEC indica quanti soldi ho risparmiato visto che il prodotto era in offerta.
Lunghi studi e simulazioni ed esperimenti pratici hanno portato allo sviluppo di due lemmi:
Primo lemma al teorema del risparmio: si evince una relazione di proporzionalitá diretta tra prezzo e qualitá. Il parametro D puó dunque, per esclusiva semplicitá di calcolo, fissato a zero.
Secondo lemma al teorema del risparmio: per D diverso da zero, max(SODD) = lim_{QUALITA --> 0}(SODD).

martedì 5 giugno 2007

La bella e la bestia

Beh é arrivato il momento di mostrarvi il posto dove sto. No, non dico la casa con l'incognita coinquilina, bensí la Leibniz Universität Hannover (che si legge "laibnitz universitet hhhhhhannofa") posto dove i soldi (vedi post futuri) piovono come le rane alla fine di Magnolia.

Ora dovreste immaginare, con tutti i soldi che hanno, che gioiello architettonico devono aver costruito. Visto che, si intende, sicuramente i propri impiegati produrranno di piú se la struttura dove lavorano é accattivante agli occhi. Neanche per idea. Chi mi conosce sa bene che non direi che una cosa fa schifo neppure se sta nella garzantina accanto alla voce "schifo". Per questo diró che la struttura rappresentata nella figura accanto (\ref{fig:zuppa_nerd}) non rientra nei miei canoni estetici. Ma dico che si era bevuto l'architetto il giorno che ha progettato questo parallelepipedo? Cioé passi che é brutto... ma dico va bene hai fatto una cacata ma perché aggiungere dei romantici balconcini di fil di ferro? Giá che il palazzo mette una depressione a vederlo, ma non facilitare la vita a quelli che magari il giorno hanno avuto un brutto pomeriggio e sono indecisi sul da farsi...

La bella é invece l'Hauptgebaude (da leggersi "hhhhhhauptgeboide") dell'universitá, che altro non é che un castello di non so quale Herzog riadattato a biblioteca. La struttura é immersa in un parco dove degli studenti preparavano una grigliata dopo una estenuante giornata di lavoro. Questo mi sembrava da lontano. Da vicino ho scoperto essere i caratteristici ubriaconi tedeschriaci che si preparavano una grigliata dopo una giornata presumo di cazzeggio.



Sono le 23.15 e comincio ad avere sonno, voglio solo raccontarvi che mentre scrivo questo post guardo ARD1, l'equivalente di RAI Uno, ma con meno Del Noce. Si tratta di un talk show equivalente a Porta a Porta, ma con meno Bruno Vespa. L'argomento di oggi é "Frauen Weltregierung", ossia "Il governo mondiale delle donne". Potrei evitare questa umiliazione alle lettrici, ma sono effettivamente qualcosa come 8 rinc... dicevo qualcosa come 8 esaltate che si autocompiacciono di quanto sarebbe bello un mondo dove tutte le nazioni sono guidate da donne. A questo tavolo dove si decide il futuro del mondo e mette in secondo piano le proteste del G8 e le uscite di Berlusconi, sono state invitate rappresentanti di 8 nazioni europee. L'ambiente é molto simile ad una seduta di vendita di barattoli Tupperware, ma con meno barattoli Tupperware. A rappresentare l'Italia vi é una tale Inge Feltrinelli (a sinistra nella foto), che il sottotitolo descrive essere "früher berühmte Fotoreporterin, jetzt Verängerin (o qualcosa di simile)". Praticamente Inge prima era una famosa fotografa, quello che fa ora non l'ho capito ma da come parla penso che "Verängerin" si usi per persone con non tutte le rotelle al loro posto. Vi allego una foto di Inge, che vi fará capire che in realtá la nostra Inge altro non é che la madre di "Er Patata", al quale, immagino, ha preso in prestito la divisa dell'anas. Notiamo a destra di Inge una sosia di Rita Levi Montalcini che ha la classica espressione che assumo quando sento parlare austriaco per piú di 20 minuti. Tradotto la sosia di Rita Levi Montalcini non sta capendo nulla di quello che Inge sta dicendo. Si consideri fortunata.

Post ChiavicA (con la A)

In fondo sono qui per lavoro, giusto? Non vorrei che poi la gente vada a pensare che qui le universitá ti paghino il viaggio e il soggiorno cosí tanto per farti divertire. Quello lo fanno SOLO per le conferenze. Ma questa é un'altra storia.

Dicevo si presume che il massimo delle mie ambizioni qui non debba risolvere il mistero della vicina (che pure mi impegna alquanto... piuttosto, nessuna nuova) quanto conoscere i ricercatori dell'istituto di telecomunicazioni teoriche (un nome tutto un programma) della Leibniz Universität Hannover. Il che vuol dire tutto e vuol dire niente.

Che gli obbiettivi del viaggio fossero alquanto fumosi me ne ero giá reso conto prima di partire, resta il fatto che ora le cose non siano poi tanto piú chiare. Questi primi due giorni da ospite li sto passando come uno zingaro girando di ufficio in ufficio e sorbendomi le presentazioni dei miei colleghi. Detto cosí non suona certo come qualcosa di gratificante, lo so. Fortunatamente ho beccato solo una chiavicA (con la A) che si capiva non avere la minima voglia di dedicare il suo prezioso tempo con me. Mi accoglie parlando in inglese e, quando gli faccio notare che poteva anche parlare in tedesco, mi risponde "ma sai questa presentazione ce l'ho giá pronta in inglese". Capisco, ti chiedevo solo di usare la tua lingua madre, pirla. Gli altri sono dei chiavicI (con la I).

Mi rendo conto che questa gente é il top, e alcuni di questi poco fanno per nasconderlo. Ne hanno tutto il diritto comunque, probabilmente se avessi studiato con i migliori al mondo e ora mi trovassi in uno dei migliori gruppi al mondo, dicevo probabilmente, tratterei un pezzente come me un pó dall'alto in basso.

Finalmente posso discutere con un pó di gente senza che io debba dire "non ho la piú pallida idea di cosa tu stia parlando" e tantomeno loro dirmi "non ho la piú pallida idea di cosa tu stia parlando". Voglio essere sincero, ogni tanto anche quando parlano questi vorrei dirgli che non sto capendo NULLA di quello che dicono. Daltronde sono e resto un proletario della ricerca!

Concludo questo post pallosissimo, mi auguro che sia il primo e l'ultimo di questa serie, ma per il piccolo diario che sto cercando di tenere era un (pallosissimo) dettaglio necessario!

Arrivo e Mistero


Il mondo delle telecomunicazioni é pieno di divertenti sorprese. Capita a volte di essere pagato da un operatore mobile ma, in barba a un comportamento da considerarsi "corretto", decidi comunque di seguire le ragioni del portafoglio (tuo) e scegliere il piú conveniente. Capita pure di scoprire che tale operatore AUSTRIACO non offre roaming in Germania. D'accordo che per me Austria e Germania sono la stessa cosa, ma dico mica sono andato nel burundi con una scheda della Telecom Far Oer. Capita inoltre di avere la scheda italiana ma non averci una lira dentro. E dunque risulta essere un pezzo di carta e plastica utile quanto una carta bancomat di cui hai dimenticato il PIN (ogni riferimento a me stesso é puramente casuale).

Perché tutto questo? Perché se sei agli arrivi di un aeroporto e aspetti uno che ti é venuto a prendere ma quello, avendo il tuo numero, non si porta il cartellino con il tuo nome ma prova a chiamarti, la faccenda si fa estremamente divertente. Quando ho visto un personaggio sulla cinquantina che fermava sconosciuti dicendogli "LUCA?", beh, ho capito che era lui il mio uomo. L'ometto in questione decide poi di farmi fare pure un giro turistico nei ridenti dintorni dell'università, ridenti per modo di dire, visto che qui i cimiteri stanno dentro i parchi e ci cammini dentro con le buste della spesa. Ma pare essere una cosa che non li disturbi piú di tanto, visto che l'ometto mi mostra il cimitero ebraico di fronte a casa mia e lo appella come un posto "molto romantico". Ogni commento risulta essere superfluo.

La casa é un peggio di come appare in fotografia, forse non é molto fotogenica, ma ampiamente abitabile. Il dilemma che ora mi assale é il seguente. L'ometto dice che dentro casa ogni tanto ci vive una signora. Fin qui niente di strano, sará una, penso io, che vive fuori Hannover e di tanto in tanto usa la casa come appoggio. Tale mia certezza viene peró meno quando l'ometto mi fa "a meno che non torni a casa alle quattro del mattino non penso che la incontrerai"...

Devo ammettere che questa storia mi inquieta alquanto. Giro dunque per casa per farmi una idea di chi possa essere (se esiste) la mia coinquilina. Il frigo é pressoché vuoto, anzi l'ometto mi dice che se voglio posso buttare quello che c'é dentro. Il salone é arredato con poltrone e divani maculati. Il televisore, lettore DVD e impianto satellitare sono discreti. La cucina é abbastanza pulita, c'é un piatto con delle posate sopra la stufa da quando sono arrivato. Ogni tanto cambia qualcosa nella lavatrice e nell'asciugatore, segno che qualcuno, comunque, c'é. Il bagno é abbastanza normale, dentro gli armadietti (che ho aperto solo per capire con che persona ho a che fare, cosa pensate!) fanno bella mostra degli smalti dai colori ambigui tipo "blu con brillantini". A condire il tutto, e a complicarmi ancora di piú le idee, uno shampoo contro la caduta dei capelli. L'idea che magari possa trovarmi a che fare con la seconda vita dell'ometto é peró allontanata dal comparire di una confezione di carefree.

Restano allora due dubbi. Chi é la mia compagna di casa? Ma soprattutto, svelerò l'arcano prima di partire?

lunedì 4 giugno 2007

Here we go!

Lo so, ho sempre detto che se un giorno avessi deciso di fare un blog mi avreste dovuto cementare i piedi e buttarmi da Calamosca o dal ponte del Danubio in funzione della cittá in cui mi trovo in quel momento di demenza senile.

Peró ho delle buone scuse dalla mia parte.

In primis vi prometto che non leggerete mai cose del tipo "oggi sento un buco dentro di me (sandry evita) e vorrei uscire dal vicolo buio in cui mi trovo", oppure "gina mi ha lasciato la mia vita non ha senso" o anche "sono questi i giorni in cui si capisce perché il cane é considerato il migliore amico dell'uomo". Quindi vale la stessa richiesta di prima, se dovessi cadere in tentazione e dovessi scrivere quelle cose, cementatemi i piedi e gettatemi nel fiume piú vicino ad Hannover. Magari usate Google Maps.

In secondo luogo l'idea é maledettamente scopiazzata. Posto che tanto meriti non ne voglio, per qualsiasi lamentela rivolgetevi a quest' "uomo" di cui posto una foto qui a lato. E' una faccia vista ma proprio non capisco dove. Piuttosto, bel Land Rover, Giulio. Dicevo, da lui che si é trovato nelle mie stesse scarpe (potevano scapparci battutoni qui, ma evito) di ricercatore all'estero che svolge un paio di settimane di scambio con un universitá ancora piú estera e decide di condividere con te, o lettore, le sue esperienze. Dalla regia mi informano che in realtá Giulio viene da Torino (e qui scatta il coro) e lavora a 50 km da casa. Forte si sente lo zampino di san Clemente da Ceppaloni, al cui ricordiamo l'amico Giulio é devoto.

Finito il primo post e giá comincio a capire perché il cane é considerato il migliore amico dell'uomo.

Antico detto cinese: Se devi partire la mattina alle 8 e mezza, non andare a dormire all'una meno 10. E se devi prelevare soldi, assicurati di conoscere il PIN. Che saggezza questi cinesi, cosí antichi e cosí attuali.