venerdì 8 febbraio 2008

Correva l'anno...

Correva l'anno 1995...

Quante cose erano diverse... a quei tempi...

  • ...quando vedevo un prezzo non dovevo mentalmente convertirlo in Lire, giacché era giá in Lire...
  • ...Berlusconi era al governo... anche adesso direte voi, ma parliamoci chiaro: aveva un casino di capelli in meno a quei tempi...
  • ...scorrevano sugli schermi le immagini di "Vacanze di natale ", di cui vi faccio assaporare un immagine emblematica: Massimo Boldi che scende a bordo di una tazza del gabinetto con un completino originale di Superpippo. Trama. Vacanze ad Aspen, Christian de Sica (Don "Sandriniello" Buro) ha problemi con la moglie e Massimo Boldi () ha la figlia che si innamora di Dylan di Beverly Hills. In confronto "Gli Intoccabili" sembra una puntata dei Teletubbies.
...e anche io, mentre correva l'anno 1995, per la prima volta sono andato a sciare. Certo, non ho cavalcato una tazza del cesso né tantomeno indossavo il completo di superpippo, ma mi divertii molto. Mentre correva l'anno 1995. [Fine forma. Segue aneddoto lamentoso alla fine del post]

Corre l'anno 2008. E faccio il bis. Daltronde sciare é come andare in bicicletta, una volta imparato non lo dimentichi piú. E come no. Si parte Mercoledí 6 Febbraio ore 06:45.

Abbigliamento di Fantozzi: maglietta della GIL, mutanda ascellare aperta sul davanti e chiusa pietosamente con uno spillo da balia, grosso racchettone 1912, elegante visiera verde con la scritta "Casinó Municipale di Saint Vincent". Zuppa: Giacca e pantalone da sci ereditati da un amico (Don Buro), maglione in Pile ereditato da un amico (Don Buro), maglietta termica, regalo della moglie dell'amico all'amico (Don Buro), calzamaglia inquietante ereditata da un amico (Don Buro), calzettoni rinforzati ereditati da un amico (Don Buro), occhialoni modello Vasco Rossi ereditati da un amico (Don Buro), guanti ereditati da genitore adottivo (Leo), scarponi e sci variopinti affittati in cambio di 21 EYPO.
Pronti via, si sale a bordo degli sci. Ho addosso sui 750 euro di attrezzatura professionale di un amico (Don Buro), cerco quindi di atteggiarmi a "tipo da pista nera". Il problema é che non riesco a raggiungere il cancelletto per prendere la pista blu. Il discorso é complesso. Io non so pattinare. Lo so, sto deludendo molti di voi, compresi gli amici se sapessero, che sono proprio io. Pensare che credevano, che fossi quasi un dio. No non ce la faccio, mi risulta un movimento innaturale, muoversi zigzagando in diagonale, non é minimamente ottimizzato e il mio corpo si rifiuta di fare una amenitá simile. Quindi vengo staccato dal gruppo che, zigzagando si avvicina a grandi zigzagate al cancelletto. Goffamente mi spingo con i racchettoni, rimpiangendo per l'ennesima volta di non avere a disposizione le bombolette del mio amico ultraman, con le quali non solo avrei fatto mangiare polvere ai miei colleghi zig-zaganti, ma avrei risalito la montagna lasciando dietro una scia di freschezza e morte, causa DDT. Salgo dunque a bordo della seggiovia, forse per la prima o forse per la seconda volta in vita mia. Qui il parere di un genitore naturale sarebbe ben accetto. Per un sardo adottivo la vista é interessate. Bianco, bianco e ancora solo bianco. Che bello, gli alberi! Gli sciatori! Gli uccellini! Le nuvole! In realtá cerco solo di distrarmi e non pensare, perché non ho la minima idea di cosa fare una volta arrivati a monte. Ingrata, la seggiovia mi scaraventa sulla neve, dove mi fermo sfoggiando una posizione "Zuppa Spazzaneve" [vedi piú avanti per capire].

Pronti via, si scende. Ora il ricordo della mia prima sciata 13 anni fa si fa piuttosto sbiadito, ma a me la pendenza di questa pista sembra un pó tanto esagerata. Ma io so andare a spazzaneve, e chi va piano va sano e va lontano. Chi va a Spazzaneve. Non chi va a "Zuppa Spazzaneve". La posizione "Zuppa Spazzaneve" é semplice. Prendete gli insegnamenti di vostro Zio, sciate un giorno e mezzo e lasciate riposare 13 anni. Otterrete cosí lo "Zuppa Spazzaneve". Tecnica cosí descrivibile. Spostate il peso in avanti ("giú con le ginocchia!") e incrociate un pó gli sci sul davanti. E chi va piano va sano e va lontano. Il problema é che con la posizione "Zuppa Spazzaneve" piano non vai, anzi acquisti velocitá e superi bellimbusti con 750 EYPO di attrezzatura non prestatagli da un amico (Don Buro) in assoluta scioltezza. La caratteristica principale di questo nuovo stile, é l'assoluta incontrollabilitá del tuo scendere. Non puoi rallentare, curvare, evitare ostacoli e bambini. Ma scendi, con una velocitá che va aumentando a causa della componente della forza di gravitá nella direzione parallela al piano di discesa. (Zeppe se dovessi aver detto imprecisioni non commentare ma avvisami su Skype). L'unica soluzione per riprendere il controllo é, come dicono gli austriaci, "sich runtersetzen" che in italiano suona "dare una culata micidiale all'indietro e frenare strisciando sulla neve". Apro una parentesi, la sapete la gara di Niky Lauda che fa la gara col coniglio? Insomma Niky Lauda prende la Ferrari, 50, 100, 150 e il coniglio gli sta sempre dietro... 150, 200, 250 e il coniglio gli sta sempre dietro... 250... 300... blocco dell'autostrada per lo sciopero dei Tir Niky Lauda inchioda e si ferma ad un centimetro dai Tir. Chiusa parentesi. Faccio una prima discesa con il mio fallimentare stile e tre dico tre "runter Gesetzungen". Chiaramente le cose non vanno per il verso giusto. La tuta me l'ha prestata un mio amico (Don Buro), penso sia sconveniente riportargliela a brandelli spiegando l'importanza dello stile "Zuppa Spazzaneve" per i giovani d'oggi.

Ma ecco che, come d'incanto, un angelo custode d'oltralpe prende a cuore il destino mio e della mia collega nicaraguense, gli unici due non in grado di sciare. E per un ora dico un ora ci fa da maestro di sci (e di tedesco, perché io quando approfitto di qualcuno lo faccio per bene!). E quindi mi spiega la grande falla del mio metodo. Ossia che, per quanto all'uomo della strada paia assurdo, non si scia con la parte piatta degli sci, bensí con i bordi. Impareró a sciare, poi un giorno riproveró ad applicare il mio stile per la discesa libera, ovviamente finendo la discesa con una rumorosa "runter Gesetzung" e mostrando invece degli sci la marca delle mutande in vista dalla tuta logora.

Comincio quindi a scendere, e devo dire che il tutto comincia ad avere un senso, sposti il peso da una parte e giri, lo sposti dall'altra e ti giri dall'altra e, cosa ancor piú interessante, esiste un modo per frenare che non sia lanciarsi all'indietro. Passa il tempo e cambia il maestro di sci, cominciamo con esercizi piú difficili, come scendere tenendo le racchette in avanti (lo so che non avete capito come, ma da spiegare é difficile), prendere lo skylift e fare la mia prima pista rossa. Poi si va a mangiare. E siccome il tempo é denaro e, soprattutto, il denaro é denaro io mi sono portato i panini da casa e li ho messi in pullman. Ovviamente il pullman era chiuso e io non avevo la minima idea di che faccia avesse l'autista, quindi desisto e continuo a scendere a stomaco vuoto, ma con la convinzione di ottimizzare il rapporto prezzo-prestazione. Scendo per la prima volta da solo, ormai posso cominciare a guardare con un minimo di disprezzo quegli sciatori della domenica che non sanno manco andare a spazzaneve. E mettono non solo a repentaglio la loro sicurezza ma anche quella degli altri. Assurdo, gente che per fermarsi si butta per terra. Se ne stiano a casa e lascino sciare chi lo sa fare. Scendo, scendo, scendo, da solo, in compagnia ma il tempo, tiranno passa. E si decide di fare una gran sciata tutti assieme. Scenario. Ore quattro del pomeriggio, tempesta di neve. Fondo TOTALMENTE ghiacciato. Pista rossa. Tutti scendono a guisa di furetti, io invece mi pianto ad ogni bordo pista. Non ridete, ma non so per quale motivo riesco a scendere da destra verso sinistra tranquillamente, quando cambio direzione acquisto velocitá e devo ricorrere al caro vecchio "runter setzen", ma con molto piú stile. Una, due volte. Poi dico, no Zuppa non fallisce mai. Poi mi accorgo di aver esagerato e dico, no Zuppa oggi non fallirá. E scendo con quel miscuglio in testa delle lezioni di 13 anni prima, scendo con le lezioni di oggi, scendo con la fame nello stomaco, scendo con il portafoglio ben sigillato. E ce la faccio, arrivo al rifugio dove tutti berranno un liquorino riscaldante. Tutti, non Zuppa perché c'é ancora il tempo di fare un ultima discesa e tra massimizzare prezzo prestazione o spendere soldi per il liquorino riscaldante la scelta é troppo semplice. E salgo per un ulima volta, nevica, visibilitá ridotta al minimo ma scendo cosí senza pensarci, naturale, da solo, a coronare una bellissima giornata e una piccola sfida vinta: aver coniato per i posteri un nuovo modo di andare sugli sci.

Si torna a Vienna e per due ore e mezzo dormo beatamente.

Finisce la giornata. E il mio ringraziamento va:

1) Al mio amico Don "Sandriniello" Buro, senza le cui elargizioni tutto ció non sarebbe stato possibile.
2) A Marina che mi ha prestato la maglietta a cui teneva tanto.
3) Ai colleghi austriaci che si sono trifolati gli attributi standomi appresso.

Alla prossima amici di thisiszuppa.







Ah volete sapere che fine ha fatto il coniglio... E che ne so io, provate un pó voi a frenare col culo a 300 all'ora.







[Continua il piccolo sfogo] Ma non era una settimana bianca, era solo pasqua. Tornai felice ed abbronzato. E, ricordo indelebile, il lunedí dopo interogazione di storia. Ne chiamó due prima di me, interrogazione roba tipo la pagina "Di tutto per tutti" delle parole crociate. Secondo turno, il mio: il Bartezzaghi... Beh quella volta le risposi alla gran [omiss.] della [omiss.] e glielo dissi che quantomeno mi meritavo il cruciverba della prima pagina. E lei rispose "Invece di farti la settimana bianca, avresti fatto meglio a studiare storia"... Col senno di poi l'ho perdonata, la grandissima [omiss.] della [omiss.], daltronde come serbare rancore ad una grande [omiss.] che sosteneva di essere andata in Germania ed aver comunicato efficacemente con gli autoctoni parlando in Latino. Mamma so che mi stai leggendo, non facevo la vittima, gli ero proprio antipatico a quella [omiss.].

mercoledì 7 novembre 2007

Zuppao Meravigliao

Ecco lo so... adesso tutti lí a puntualizzare che non avevo finito il racconto della esperienza ad Augusta e blablabla... bé posso assicurarvi che non é facile essere degli Zuppa e la nostra vita ci riserva delle responsabilitá verso il mondo intero e la conservazione della specie, che a volte fanno passare in secondo piano il raccontare le mie avventure di viaggio. Comunque niente paura: magari un giorno, una volta annientato il male, completeró anche il racconto di Augusta. Conservo ancora gelosamente i pizzini in cui annoto gli episodi degni di nota.

Comunque non vedo perché devo stare qui a giustificarmi, daltronde vi do questo bellissimo servizio GRATIS, anzi che dico GRATIS, ve lo do proprio AGGRATIS e ricordatevi che a caval donato non si guarda in bocca. Ora i piú maliziosi di voi dovrebbero proprio vergognarsi, considerato che ci sono donne e bambini che leggono questo blog e, di riflesso, nelle vostre perverse menti.

Insomma, thisiszuppa é un diario di viaggio, che quindi aggiorno mentre sono in viaggio. E se tanto vi da tanto, considerato che lo sto aggiornando vorrá pur dire che sono in viaggio. La tappa prescelta per l'ennesima scappatela in giro per il mondo é Lisbona, nota anche come Lisbon in inglese, Lisboa in portoghese, Lissabon in tedesco, Lisbonne in francese e 里斯本 in cinese. Aggiungerei che in sardo si dice Lisbona, e che c'é anche la pagina dedicata su wikipedia in sardo, che cito: "Lisbona est sa capitale e sa tzitade prus manna de su Portugallu". Grande aiuto, eh! Ma, attenzione! "Custu articulu de jeografia est unu arrogu, si du podeis ajudai po du fai mannu e bellu, ajudaiddu!" In altri termini stub si dice arrogu, ricordatevelo quando andate a londra.

Comunque al solito la cittá di partenza é Vienna, dove restano (oggetti mancanti a tutt'oggi ma destinati a salire):
  • Fidate ciabatte infradito da viaggio acquistate nel 2002 in germania per euro 3
  • Spazzola per capelli (inutile ma l'ho pur sempre dimenticata)
  • 1,8 milioni di abitanti che non ci stavano nel bagaglio a mano
Il primo volo Lufthansa collega Vienna a Francoforte e va via senza dettagli degni di nota. E quindi notate come tutto quello che si legge su thisiszuppa é VERO con la V maiuscola. Certo per riempire il viaggio Vienna-Francoforte avrei potuto raccontare che mentre debellavo una pericolosa influenza africana contagiata da un passeggero della prima classe ai piloti, facevo atterrare l'aereo mentre fuori grandinava. E invece non lo faccio, non é successo niente e nulla vi racconto. Arrivo all'aeroporto di Francoforte dove teneri ricordi si riaccendono, essendo l'aeroporto da cui partivo per tornare in Italia quando vivevo in Germania. E rivedere i negozi in cui comprai al fotofinish i regali di natale 2002 il 23 Dicembre dello stesso anno sono emozioni che non ti lasciano indifferente. A voi sí, daccordo, a me no.

Mi imbarco dunque alla volta di Lisbona, toh qui qualcosa da raccontare ce l'ho. Siedo in mezzo a ragazza portoghese e signora di nazionalitá non meglio identificata. La quale giá prima del decollo si toglie le scarpe e assume una di quelle posizioni che vedete nei pratici opuscoletti intitolati "che fare se l'aereo sta precipitando". Ora, visualmente la signora era realmente somigliante, olfattivamente, per quanto gli opuscoletti non siano in odorama, dubito che la signora disegnata emani zaffate di camembert. Capirei ancora ancora qualcuno che non ce l'ha fatta e ha rilassato ció che in quelle situazioni si rilassa...

Ma dico cioé prima di toglierti le scarpe in aereo fatti un bell'esamino di coscienza. Purtroppo nei voli corti non si assiste manco alla deodorazione dell'aria che avviene invece in quelli intercontinentali. Siccome thisiszuppa é uno spazio in cui condivido col volgo anche piccolezze della vita di ogni giorno, dovete sapere che prima della partenza dei voli a lungo raggio (i cui aerei hanno in genere due corridoi), due steward/hostess percorrsono l'intero aereo dalla cabina alla coda azionando, con le braccia alzate, dei deodoranti spray probabilmente dannosissimi per l'ozono e l'ambiente. Sono sicuro che a voi non susciterá la benché minima ilaritá, ma da quando ho imparato a camminare é sempre stata una mia gran passione (come giá citato in altro post) usare come propulsore al moto bombolette spray che fossero di deodorante, stiromeglio o DDT. Ora ad essere sincero la mia velocitá non aumentava piú di tanto, una spinta molto maggiore la ricevevo quando il manico della scopa azionato da mia mamma raggiungeva la mia schiena. E quindi la scena degli improvvisati "miei amici ultramen" me la godo sempre con una certa invidia, del tipo "loro fanno il mestiere piú bello del mondo". Tutto questo per dire che l'odore era realmente nauseabondo, ma ci ho convissuto.

Applicando poi gli insegnamenti dei miei libri di psicologia spicciola per l'uso quotidiano, estrapolo dalla vicina portoghese drittone per non finire preda di manipoli di malintenzionati per le vie di lisbona, con il secondo fine, manco tanto malcelato, di scroccare un passaggione per l'albergo e evitare di prendere il taxi. Che avete da ridere, il taxi non l'avrei comunque pagato di tasca mia, quindi non é un problema di soldi.

Il problema é che io ho un irrazionale timore dei tassisti. Ci sono quelli che temono le marionette, quelli che hanno paura degli esattori delle tasse e io non vado d'accordo coi tassisti. Aggiungete poi che in ogni guida di Lisbona leggerete che bisogna stare attenti ai tassisti malandrini, raggiungerete un mix letale per il povero Zuppa.

Giungo quindi alla coda per il taxi con la palpitazione che aumentava passo dopo passo, raggiungo il mio presunto tassista al quale tutto d'un fiato dico "midicaquantocostaperlalbergoemiservelaricevuta". Lui, senza scomporsi minimamente, mi dice con nonscialans "non si preoccupi: questo é un taxi dell'aeroporto: costa un pó di piú ma é un taxi dell'aeroporto". Ma che me ne puó fregare se é un taxi dell'aeroporto, va bene L'uomo del monte, passi La prova del cuoco, ma a me proprio "Il taxi dell'aeroporto" non dice nulla. Con la stessa nonscialans mi dice che la tratta verrá a costare "forty" EYPO. Ora per i non anglofoni, "forty" vuol dire quaranta. Gli faccio notare che sapevo che il prezzo, che doveva aggirarsi sui 10 EYPO. Lui sempre con maggiore nonscialans mi dice "sí quello é il prezzo diurno, di notte c'é un ulteriore 20% di sovrattassa". Caccio fuori una calcolatrice scientifica e dopo una complessa risoluzione di equazioni non lineari, calcolo a mente che 10 EYPO con una tassa del 20% diventano 12 EYPO. Lo guardo con un aria da furbetto del quartierino sentenziando "ci devo pensare". Appena parte abbordo un altro tassista, un misto tra Mario Brega e Sora Lella, che, alla domanda "quanto costa", sentenzia: "eh che ne so, quando arrivi lo leggi". Mi piaci, penso io. Pochi chilometri, 6,35 EYPO che arrotondo a 7, a patto che nella ricevuta compaia 7. Arrivo in albergo e in ascensore continuo a pensare ai quaranta EYPO. Mi sdraio a letto e continuo a pensare ai quaranta EYPO. Poi, d'un tratto, capisco. Se voi sparate 40 EYPO e l'altro ve ne offre 10, non state lí a dirgli che i 30 euro di differenza stanno nel 20% di sovrattassa. Ma se voi siete portoghesi e dite quattordici (fourteen) ad un italiano, probabile che nell'etere quel numero cresca di 26 unitá creando pericolosi fraintendimenti. Mi addormento comunque tranquillo per i sette euro fatti risparmiare all'amico contribuente austriaco.

mercoledì 3 ottobre 2007

E guardo il mondo da un obló...

...mi annoio un pó, passo le notti a camminare dentro un metró! Mitico Gianni Togni. Dico vi rendete conto... Gianni Togni avrá venduto un undicesimo degli album di Massimo di Cataldo. Come se "Pierino torna a scuola" con il MITTICO Alvaro Vitali avesse preso piú oscar di "Ben Hur". Quando si dice "non c'é giustizia in questo mondo" o "Nemo propheta in patria", come dire che per avere successo devi essere un pesce della disney in fondo ad un oceano. MITTICO Gianni Togni, io faccio il tifo per te.
Torniamo al diario di bordo del pacifico Zuppa. Sinceramente vorrei starmene in pace tranquillo a casuccia a Vienna, ma come dice il mio amico e confidente Gianni Togni, amo le complicazioni, fanno per me. LUNA!
E cosí se lunedí notte tornavo alle dieci e mezzo di notte dalla Cina, mi ritrovo il mercoledí notte a rifare la valigia, scavando tra i residui della cina, souvenir di doraemon. E, dimenticavo, tazze sfasciatemi durante il viaggio, maschere cinesi sfasciatemi durante il viaggio. Zuppa 0 - AirFrance 2. Ma io mi sono rubato tre dico tre kit di prima classe. Zuppa 3 - AirFrance 2. E mi sono perso la macchina fotografica. Zuppa 3 - Air France 4. Ve la do vinta, francesi. LUNA!
Ceno, con la TV accesa. E mi rendo conto perché l'Italia é un paese impossibile da non amare. E la TV italiana, chi la critica saranno i soliti patetici rosiconi. Preparare le valigie guardando l'Isola dei Famosi é una esperienza forte, non adatta ai deboli di spirito. E stai lí a guardare la valigia, l'armadio e la TV. E ti chiedi: "Se io fossi Malgioio che sta per partire per l'Honduras cosa mi porterei?". E quindi riempio la valigia di tintura per capelli e phard, poi inquadrano la ventura e ficco dentro un completo di Dolce e Gabbana, poi una letterina e metto dentro minigonna e top scollacciato. Poi inquadrano DJ Francesco e allora mi risveglio dal raptus, svuoto la valigia e ripongo educatamente ogni cosa a suo posto.
Dicevo amo la TV italiana. Dove altro si potrebbe trovare l'Isola dei Famosi 5 in prima serata e Dario Fo che racconta raffaello piazzato a mezzanotte meno dieci? Sí lo so, ora starete dicendo che Zuppa non é tipo da Dario Fo e che la persona piú colta che vedo in TV é Mughini, ma poco mi tange. Comunque detto questo vado a letto un pó piú colto. No, non perché ho sentito come fa Malgioio a eliminare la pelle morta che si accumula tra le dita dei piedi, anche se era un metodo interessante. LUNA!

La mattinata inizia con presentazione in tedesco a Vienna che definirei, rimanendo estremamente modesto, UN CAPOLAVORO, che gli austriaci definirebbero MOZZAFIATO. Poi il pomeriggio si parte, destinazione Augsburg, nota in Itaglia come Augusta. E stavolta l'obló sará quello di un treno. Viaggiare in treno, ma é uno sballo! Niente controlli, niente check-in, niente imbarco (e niente spremute di arancio in bicchieri di cristallo). Tanta é la mia felicitá per questo simpatico mezzo di trasporto che prendo la metro nella direzione sbagliata, rischiando inevitabilmente di perderlo! LUNA!

Comunque in treno si respira una atmosfera gioviale e rilassata che apprezzo ASSAI. Certo, so che il tutto dipende dal fatto che Bush non ha ancora parlato di attacchi di treni impazziti guidati da pericolosi terroristi (che si erano allenati con i modellini delle lego) intenzionati a puntare i convogli contro fabbriche della birra, gettando nel panico i gestori della Oktoberfest. Ed effettivamente tanto conta anche il fatto che l'Intelligence inglese non abbia ancora messo in guardia la comunitá europea da pericolosi italiani, che prendono l'aereo il 21 Dicembre per tornare a festeggiare Natale con i propri cari e riempiono una bottiglietta mezza vuota di Roma Uomo con un micidiale esplosivo liquido dalla ricercata fragranza. Comunque in treno si respira atmosfera da gita delle medie (tranne che nei bagni), perché effettivamente c'era una scolaresca che tornava dalla gita. Quindi guardo il mondo dall'obló e mi annoio un pó, passo il viaggio a camminare dentro al trenó. Manco per idea, non mi annoio, perché mi guardo QUATTRO DICO QUATTRO puntate di Heroes, e mi rendo conto che i nostri politici non prendono in seria considerazione il problema del salvataggio delle cheerleader. Ne approfitto per salutare l'amico Giulio Coluccia, padre di tutti i Blog e regista di Heroes. Arrivo a monaco e prendo il treno per Augusta. Qui l'atmosfera é frizzante (tranne che nei bagni), nel senso che tre respiri su quattro colgono zaffate di fumi alcolici talmente concentrati che l'umiditá nei finestrini é in realtá sambuca nebulizzato.

La cosa fantastica é che, come in un enorme carnevale fuori stagione, sono tutti vestiti con gli abiti tipici dei bavaresi e sembra di stare nel treno che porta ad una puntata speciale di Linea Verde. Se alle donne devo dire che il Dirndl sta che é una meraviglia, gli uomini hanno un'aspetto dannatamente ridicolo. Trovate le 10 piccole differenze tra le immagini in questione (prese da internet, visto che, come saprete, la mia macchina sta fotografando famigliole con gli occhi a mandorla). E quindi via di canti, urla e cadute nei corridoi del treno. Da parte dei carnevaleschi tedeschi, intendiamoci, io mantengo una parvenza di austera superioritá.

Arrivato ad Augusta raggiungo l'albergo, tale Diako. Che il nome richiama un pó quello del cattivo dei film di Stallone, in realtá é l'abbreviazione di "Evangelischen Diakonissenhaus", ossia la casa della diocesi. A parte quello che stanno pensando i lettori atei del blog (e ce ne sono!), l'ambiente ispira pace, riflessione, amore e buoni sentimenti. Per inciso mentre scrivo in sottofondo c'é Ascanio del grande fratello dentro una chiesa. AMO LA TV ITALIANA. Dicevo, carico di ottimi sentimenti vado da Burger King a mangiarmi un menu carico di carni di dubbia provenienza, rapido giro in centro e si va a dormire, perché botte di adrenaline alla "ti-svegli-in-pieno-giorno-con-la-paura-di-aver-dormito-troppo-invece-di-presentare" si possono fare MASSIMO una volta al mese, c'é scritto sul bugiardino.

Detto questo vi saluto, vado a prendere un pó d'aria fresca e un kebab. Compito a casa per voi: ascoltare 75 volte "Semplice" di Gianni Togni e consegnarmi una relazione di massimo 100 parole entro lunedí.

domenica 30 settembre 2007

La mia vita a stelle e strisce

Se non sbaglio era uno di quei film terrificanti di cui nessuno si ricorderá, tranne il sottoscritto. Se non sbaglio era tipo con massimo ceccherini. Bene, non c'entra nulla col post, ma mi pareva un modo bello per cominciare, regalando un pensiero a qualcosa destinato all'oblio.

Dando l'ennesimo dolore a chi insiste nel mettere in giro voci false e tendenziose su una mia presunta tirchiaggine, bene sappiate che la prima cosa che faccio nel mio ultimo giorno di permanenza in cina é quella di cambiare Hotel e muovermi, per la prima volta nella vita, in un cinque stelle. Cinque Stelle! Ma é uno spasso! Lo so é un duro lavoro, ma qualcuno doveva pur farlo. Sapete, ci sono voci che i cinesi le stelle le scelgano da soli, in effetti questo mi sembra un quattro stelle nostre, niente di piú niente di meno. Quantomeno il personale é finalmente affabile e sa parlare inglese. gli addetti alla reception dell'altro avevano la cordialitá di una cassiera del supermercato il 24 Dicembre. Qui addirittura mi accompagnano in stanza con uno di quei carrellini da film con Julia Roberts. In ascensore canticchio "Papapapapa... Tanananananana Tanananananana Tananananana... Pretty Woman..."

Ma é tempo di uscire, avevo detto che mi sarei comprato qualcosa e io sono di parola con me stesso. Sono solo, ma non sperduto: ricordatevi che so contare fino a dieci con le mani. Cosí comincia la mia giornata da solo in giro per Jinan. Il primo problema per noi europei é attraversare la strada. Dovete infatti sapere che in Cina le strisce pedonali sono rispettate come le vacche in India. Infatti gli automobilisti quando vedono che ti accingi a schiacciarle fanno di tutto per vendicarle e schiacciarli a loro volta. Non c'é modo, sia il semaforo rosso o verde, ci sará sempre un autovettura cinese pronta a suonarvi perché OSATE attraversare nelle strisce. E se proprio non possono evitarvi, beh non si fermeranno, ma vi scavalcheranno da una delle due corsie contigue. Indifferentemente da quale sia il senso di marcia. Capito questo elaboro il mio stile di attraversamento. Non passo né col verde né col rosso. Passo col cinese. Aspetto educato che un autoctono si accinga ad attraversare la strada, e ZAC, fulmineo mi piazzo in maniera tale che il cinese attraversatore sia al centro tra me e la macchina. Altra carreggiata, come a disegnare una pazza treccia mi sposto dall'altra parte, lasciando il cinese di nuovo al centro. Certo questa mia teoria ha delle falle. Da un lato ho calcolato che servirebbero 14,7 cinesi tra me e la macchina per fermare un autoveicolo lanciato a cinquanta all'ora senza che io stesso venga travolto. Dall'altra, considerato che i cinesi sono un miliardo e mezzo, se uno va di fretta secondo me fa il ragionamento "uno piú uno meno, chi se ne accorge". Se poi quindi considerate che sono 100 cognomi, beh questo significa che per cognome ci sono circa 150 milioni di cinesi. Cioé ammazzi uno Juang Li, ne trovi un altro e lo metti al suo posto. Scena che mi fa tornare in mente una puntata dei Simpson in cui Mr. Burns piazza l'uomo tartaruga in sostituzione di Bart, ed effettivamente Homer si affeziona e chiede a Marge se lo possono tenere, perché la sua testa sembra una nocciolina. Dicevo, voglio comprarmi qualcosa e praticamente questo mi costa tutta la giornata fino alle 17. Alla fine esco con due magliette, di cui una piccola, e un numero sconsiderato di souvenir che non sto qui ad elencare per evitare che poi ognuno reclami qualcosa. Rido 7 minuti e 22 secondi davanti ad una elegante boutique che vende abiti firmati ANMANI.

Il finale di serata é dedicato a me stesso. Un ora di piscina e, SOPRATTUTTO, un ora a mollo nella vasca con apposita maschera per il viso in faccia. Goduria, peccato la vasca perda un pó e si debba di tanto in tanto rialzare il livello. Con l'acqua del rubinetto, animali schifosi, so a cosa avete pensato. Tra una cosa e l'altra si va a dormire alle 2 del mattino (20:00 europee). Perdersi un pezzo di conferenza perché ti addormenti é un conto, perdere l'aereo (con annessi 700 EYPO per ricomprarti il biglietto) é un altro. Per questo mi precauziono. Sveglia nel cellulare, nel computer e servizio sveglia dall'albergo. Ore cinque sveglia (23:00 europee), il tempo di rubare le pantofole dall'albergo e vengo accompagnato all'aeroporto. Alla Mastella, approfittando di un passaggio su un pulmino presidenziale che sarebbe comunque andato ad accompagare qualcuno all'aeroporto. Primo volo, otto del mattino locali (02:00 europee). Arrivato a Pechino ennesimo tentativo di recuperare la macchina fotografica. Vano. Secondo volo, 12:55 (06:55 europee). Stavolta il televisorino funziona, e mi vedo in successione:

* I Pirati dei Caraibi 3: Ma per caso é "dagli autori di matrix"? Intendo dire la trama é la stessa. I produttori fanno un film, é un successo e da lí campano in aria una trilogia che non ha senso d'esistere. Matrix viene storpiato, snaturato e da un filmone da fare storia diventa una specie di "siamo fatti cosí" in versione apocalittica. I Pirati dei Caraibi era un film divertente, i cui sequel sono infarciti di escamotage macchinosi e trame appiccicate con la coccoina. VOto 5: Complicatamente Leggero.

* Shrek 3: Delusione. Un film per bambini troppo complicato e un film per adulti troppo idiota. Rovinata la saga. Voto 3: Distruttivo.

* Le vacanze di Mr. Bean: Uno dei film piú brutti che abbia mai visto, nonostante gli episodi da mezz'ora di Mr. Bean mi facciano scompisciare, compreso quello della partita di minigolf, visto sulle 833 volte. Il bambino coprotagonista ha una di quelle classiche faccette che farebbero pandane dentro un tritadocumenti o sotto una macchina per pressare l'asfalto. Voto -1: Terrificante.

* Spiderman 3: Non voleva essere dulcis in fundo, doveva essere il contrario. Era della serie "me lo vedo nella MALAUGURATA ipotesi che non riesca a dormire". Invece risulta essere quello che mi piace di piú. Il finale é oscuro, il lungimirante personale di bordo Air France ben pensa di trasmettere negli ultimi 40 minuti di volo le informazioni sull'altitudine, la velocitá e la temperatura esterna. E quindi resto con la domanda: riuscirá a togliersi quella tuta? Voto 6,5: Inaspettato.

Arrivo a parigi, scendendo mi riapproprio del terzo kit di prima classe, con la solita scusa della ragazza curiosa che vuole il kit di prima classe. Invece pretendo solo un assurdo rimborso per mia scomparsa macchinuccia. Rapido corro all'imbarco del volo per vienna. Ore 19:10 (19:10 europee). Per il quale ricevo in regalo un upgrade per la prima classe. Ma dico, questi colpi di culo che capitano una volta nella vita, non mi potevano capitare 13 ore prima e farmi fare 11 ore rilassato invece che in mezzo ad una masnada di cinesi? Va boh a Caval Donato non guardo in bocca. Prima classe! Ma é uno sballo! Spremute d'arancia in bicchieri di cristallo! E all'inizio stai lí a cercare di far finta di non essere lí in prima classe per caso, e ripensi a tutte le volte che quelli in prima classe ti guardavano con disprezzo mentre tu con i tuoi due bagagli a mano ti avviavi in economy. Ti tornano in mente i loro sguardi, mentre lo steward gli preleva la giacca e la ripone gentile in un apposito armadietto. E allora te ne freghi e inizi a guardare la gente che va in economy mentre a te l'hostess ti prende la giacca come uno che vorrebbe dirgli "oggi é capitato a me, vedrai che la prossima volta sará il tuo turno". Perché in fondo non stai nella schiera dei beati, stai solo in mezzo a quelli che hanno piú soldi da spendere.

Arrivo. Prendo la valigia e, come se qualcuno lassú si sia un pó impietosito, il trenino parte dopo soli 5 minuti che aspettavo. E torno a casa. Ore 22.30 locali. Sono in viaggio da 23 ore e mezzo, e durante i voli sono riuscito a dormire solo un ora. Torno a Vienna, la Cina resterá un ricordo. Magari che col tempo andrá sbiadendosi, data l'assenza di immagini. E' strano quando pensi che saluti un posto che non vedrai mai piú in vita tua. Saluto la Cina, senza grossi rimpianti. Non avevo aspettative, non ho avuto delusioni. E' un duro lavoro, stavolta é toccato a me.

P.s.: Non vi sto scrivendo dalla Cina né tantomeno da Vienna. Vi sto scrivendo dalla Germania. Voglio stare un pó a Vienna. Voglio passare un sabato all'Ikea. Prometto: se questo mio desiderio si realizza vi faccio anche tutto il post con il racconto. Domani torno a Vienna. Sono in un circolo impazzito di Viaggi, vi racconto l'ultimo giorno passato in cina l'ultimo giorno che sto in germania. Ma daltronde dentro ognuno di noi c'é un austronauta pasticcione, alle prese con i suoi piccoli problemi con il modello scafandro. Piccoli e risolvibili, dovete solo stare attenti ai Fulvio Terza(p)pi. Con lui son dolori.

mercoledì 26 settembre 2007

Lascio le cose a metá...

...é vero. Ma ancora una volta provo a non lasciare il blog a metá. In effetti avrei dovuto dimenticare anche il caricabatterie in aereo, in quel caso ho lasciato le cose a metá. Quindi in aereo lascio le cose a metá, nel blog voglio fare le cose per bene. Quindi finisco il racconto, da Vienna. Con la casa che non ricordo essere MAI stata cosí in disordine come l'ho lasciata oggi. I calzini lasciati per terra ormai formano immagini inquietanti e sembrano un pó quelle creazioni del tipo di Art Attak. Buste di supermercato cinesi si librano nell'aria come le piume di Forrest Gump. I panni sporchi emanano radiazioni tali da meritarmi un monito ufficiale al lavaggio da parte degli Stati Uniti.

Ed ecco quindi il finale delle avventure di quel simpatico viaggiatore pasticcione di nome Zuppa. Solo, da qualche parte in Cina. Solo, a ottomila chilometri da casa. Solo, senza tedeschi da umiliare a calcio balilla con bordate sibilanti. Non vi si un pó stringe il cuore? Non provate quella stessa sensazione che avete avuto lí, quel brivido un pó a destra del cuore, tipico di quando sentite che Mastella é stato nominato ministro?

Due giorni da passare solo allora. Solo, insomma, avvolto da sei milioni di cinesi. Questi due giorni sono da considerarsi vacanza ufficiale. I piú maligni di voi stanno pensando "Beh, quale sarebbe la differenza". Fate gli spiritosi, eh? Beh allora sappiate che i giorni di vacanza il pernottamento me lo pago io, quindi la differenza c'é eccome. La prima cosa che faccio allora, é quella di cambiare stanza nell'albergo e passare dalla mia fatisciente stanza dal prezzo equivalente a 41€ ad una stanza che si prospetta non piú felice, costando 22 EYPO a notte. Ovviamente la stanza l'avevo prenotata in internet, ma al check-in volevano darmene una da 28 EYPO. Al mio gesticolare come dire "Io volele stanza minole costo", la signorina mi dice "sí ma quella da 22 EYPO non ha finestre ed é senza colazione!". Poi un'altra volta vi racconto il panorama che vedevo dalla stanza che ho deciso di prendere e quello che la mattina dopo ho mangiato a colazione.

Fatto questo mi incontro con un singaporese. L'articolo indeterminativo é d'obbligo visto che non ne ho mai saputo il nome. Tuttavia son riuscito a starci in contatto per ben 12 ore senza saperlo. Un esercizio di dialettica non da tutti. Direzione verso uno dei tre punti turistici di Jinan. Le Batou Spring, ossia le sorgenti del Batou. A parte che da un mese a questa parte ero convinto che Spring significasse cascata e non sorgente, io una sorgente me la immagino comunque diversa. Daccordo ho capito che non é come nei disegni delle elementari con le due montagne a triangolo e l'acqua che scende giú, ma manco mi immaginavo che si chiamassero "sorgenti", tre specie di spruzzi d'acqua da 10 centimetri probabilmente originati artificialmente da una pompa. I cinesi sostengono che qualcuno, non so chi e soprattutto sotto l'effetto di non so cosa, abbia definito tali sorgenti come "le prime sorgenti sotto il paradiso". Ora io penso che il "prime" abbia accezione cronologica, perché non credo esistano droghe cosí potenti.

Tali sbuffetti sono locati in un parco, con sorte di casette tipiche cinesi a tema. C'é quella dedicata ad una poetessa cinese, quella dei souvenir e quella dedicata alla resistenza cinese contro i giapponesi. Allora Zhao Zhao non mentiva, o forse quella casetta era stata architettata da lui nottetempo e per rendere il tutto piú credibile aveva raccontato la bufala a dei suoi amici di Londra che, per prenderlo in giro, l'avevano poi rigirata a Zeppe. Quello strano personaggio. Sapere che Zeppe sappia parlare ora l'inglese meglio di me un pó mi rattrista, dall'altra é un segnale positivo per tutti. Se ce l'ha fatta lui, buona camicia a tutti.

In ogni caso alle due ci incontriamo con il cinese e la cinese. Qua potrei aggiungere particolari, ma me li riservo per una serata al bar, birra in mano e, soprattutto, rutto libero. Giá che sono in argomento, apro una piccola rubrica denominata "Usi e Costumi (uomo donna metá prezzo)". I cinesi sono un popolo che non condivide alcune... diciamo... raffinatezze con noi Europei. Le colazioni, infatti, sono condite con baritonali espressioni di gradimento, che in Cina si manifestano con "emissione brusca e rumorosa attraverso la bocca di aria accumulata nello stomaco durante l’assunzione del cibo e di gas prodotto dalla digestione". Grazie signor Demauroparavia, non sarei riuscito a spiegarmi meglio a parole prodotte dall'aria accumulata nei polmoni. Altra particolare caratteristica é lo scatarramento libero. Anche durante la conferenza, nei momenti chiave di una presentazione, é d'uopo udire chi, romanticamente, si schiarisce la voce. O anche una sua evoluzione. Puó infatti capitare di vedere una elegante signora scendere le scale ticchettando coi tacchi. Alla prima rampa il suono s'interrompe. Scatarrata. Sputo. E nuovamente ticchettio di tacchi. Dicevo, partiamo coi due cinesi del luogo alla volta della seconda attrazione, il celeberrimo lago Daming, che a differenza di tutti gli laghi del mondo ha delle sponde e dell'acqua al centro. Fantastico, immagino arrivino visitatori da tutto il mondo per visitare il lago da me rinominato "il primo lago sotto il paradiso". Zona purgatorio.

Cosí si esauriscono le cose da vedere a Jinan, una volta tanto la tristezza di aver perso la macchina fotografica non si aggrava considerato che poi qui da fotografare ci sarebbe stato ben poco. Restano una vagonata di centri commerciali. Immaginate, talmente interessanti che IO mi rifiuto di entrarci.

Ora di cena, e mai sono stato tanto contento di essere con dei locali. Prego tutti quelli che mi vogliono bene o quantomeno tengono alla mia salute per un proprio tornaconto di interrompere la lettura qui. Quello che segue potrebbe rovinarvi la digestione, o togliervi l'appetito se non avete ancora mangiato. Mi portano dunque in un ristorante "famoso per l'Opó". AH? L'Opó. COME? L'Opó. NON HO CAPITO PUOI RIPETERE? L'Opó. Mi dici come si scrive? L'Hot Pot, che in inglese, mi corregga Zeppe se sbaglio, vuol dire "Pentola bollente". Il ristorante é sotto gli standard europei, ma mi pare di capire che per quelli locali non sia poi malaccio. Da attento osservatore quale sono, noto subito dei piccoli dettagli, come enormi bombole di gas tipo quelle che lo Zuppa piccino vedeva arrivare a casa sua al ritmo di "Bomboleiro, Bomboleira". Sí proprio quelle verdognole con la vernice che si stacca un pó, sono adagiate sotto ciascun tavolo. In effetti avevo sempre sognato di morire per una esplosione a catena di bombole verdognole, quindi mi preparo con il sorriso a questa evenienza. Al centro del tavolo é locato un fornello. Interessante. I camerieri sbarazzano il nostro tavolo che, ovviamente, non ha tovaglia. I camerieri danno una prima pulita degli avanzi della cena precedente con un sudicio straccetto. Segue un piú accurato ripasso con un detergente spray. Questo sarebbe ció che mi sarei aspettato, invece lo straccetto sudicio era tutto. Asciugano con quei tovaglioni quadrati dimensione strappetto di carta igienica e ci fanno accomodare. Il menu é una lista di circa 60 parole cinesi, in questi momenti gli autoctoni risultano alquanti utili. Bisogna inizialmente scegliere la Zuppa. HAHAHA BATTUTONE CHE AVETE PENSATO! Siete fortissimi. Dicevo, ci sono quattro tipi di Zuppa (E basta con queste battute che fanno ridere solo voi stessi), Zuppa base con verdure, Zuppa speziata, Zuppa DI CANE e Zuppa di TARTARUGA. Dico ma siete degli animali, come si fa a mangiare Zuppa di Tartaruga, ma soprattutto come si fa a mangiare Zuppa di Cane. Ora i piú sensibili di voi staranno pensando che a voi farebbe piú impressione mangiare quella di tartaruga, beh allora siete fortunati, io non ho mai avuto tartarughe che fossero felici di vedermi, mi facevano le feste e mi scodinzolavano vicino. Alla zuppa segue poi il pasto vero e proprio, ossia ogni tipo di carne, pesce, verdura e "pasta" cruda, che dovrá essere cotta nella zuppa. I piú scaltri di voi avranno ora capito a che serviva la bombola e il fornello. Si va dunque per Zuppa base alle verdure dove cuocere agnello, manzo, pesce, tofu, spaghetti e verdure varie. Ovviamente la zuppa é in comune per tutti, quindi assicuratevi che quelli accanto a voi siano forti e in salute, perché pescheranno con le loro bacchette nella zuppa comune.

Il risultato é poi non malvagio. La zuppa, del colore acqua di mestre, non é poi tanto malvagia e la carne, non so con quali elementi trattata, é altrettanto commestibile. Le sottili fettine, librandosi nella zuppa, cuociono in tre, quattro minuti. Si va poi a pesca nella zuppa della strisciolina di carne e la si intinge in una salsa di sesamo. Le papille gustative dicono "buona". Il buon senso non dice nulla, schifato. Il cuore tira fuori la lista delle cose da fare prima di morire. Il cervello cerca di ricordarsi il numero di polizza assicurativa. L'intestino crasso ordina riserve extra di zuccheri, sa che si prepara una notte di passione, i mitocondri scaldano giá i muscoli.

Esiste poi il "Primo teorema dei vapori di Zuppa". Il quale dice che i vapori non salgono verso l'alto, ma vanno verso Zuppa. La sovraesposizione a vapori inquietanti per ben due ore rende dunque i miei abiti pregni di umori di Opó. Il mio intero abbigliamento della serata verrá infatti riposto in una busta con zip e il simbolo di materiale esposto a contaminazione. Pace alla lavatrice che li laverá. Arriva il momento del commiato, memore di una tipa canadese che in grecia aveva pagato le bibite ad una tavolata di 10 persone, le rubo la frase dichiarando "I'll take the bill", ossia "Pago io per tutti". Sí avete capito bene, ho offerto la cena a tre persone, perché tanti mi considerano tirchio, ma io riconosco il valore dell'amicizia, e so apprezzare il sacrificio di quei ragazzi che si erano sbattuti per accompagnare me in giro. Forse se anche voi foste piú gentili, mi accompagnaste in giro, mi traduceste i menu, ecco magari pagherei anche a voi la cena. Pensateci la prossima volta e dite a voi stessi "Se solo mi fossi comportato/a meglio con Zuppa". Dimenticavo: anche la vostra cena da quattro persone deve costare otto EYPO e sessanta, altrimenti potete essere stati buoni e cari, ma la cena ve la pagate voi lo stesso.

Saluto i miei amici cinesi, domani non ci vedremo e saró veramente da solo. Ma ormai mi hanno insegnato a contare con le dita fino a dieci, posso andare avanti senza di loro. E vado a dormire. Pensando che io ho mangiato cose che voi umani non potreste immaginare... Zuppe di verdure in fiamme in un ristorante cinese... E ho visto spaghetti di soia balenare nella zuppa vicino a tocchetti di tofu. E tutte queste pietanze andranno perdute come... suvvia non voglio rovinare la poesia. E' tempo di dormire...

domenica 23 settembre 2007

Forse non sapevate che...

...é veramente una figata viaggiare dall'altra parte del mondo. Da soli. E cercarsi la gente dall'altra parte del mondo. Certo non hai la certezza della situazione "mi sono portato il collega da casa", ma diciamolo: l'avventura ha un gusto tutto suo. Se poi dall'altra parte del mondo non becchi manco un italiano, e dunque non puoi sfoderare la tua arma segreta "...italiano?", allora é il caso di dire che quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Devo dire che stavolta partivo avvantaggiato. Dei cento alla conferenza, di non cinese (oltre a me) c'erano quattro studenti tedeschi e due professori spagnoli. Quando si dice "capire le persone guardandole negli occhi".

Tralascio la parte relativa alla qualitá della conferenza, alla mia presentazione, alle domande che ho ricevuto e alle urla di giubilo dei cinesi. E' un argomento che, secondo un recente sondaggio di Renato Mannheimer, non interessa al lettore medio di thisiszuppa, fuorché ai miei genitori, che saluto, ai quali lo racconteró a voce.

Mentre scrivo alla TV danno "Starship Troopers" in inglese. Uno dei film piú stupidi della storia del cinema, che ciónonostante esercita su di me grande fascino. Sará l'equivalente dei film con Julia Roberts per la donna media. Il/La protagonista lotta contro il cattivo e poi alla fine vince. E poco cambia se il cattivo sia l'invasore alieno o Hugh Grant. Nulla cambia invece se il finale sia la battaglia finale all'ultimo sangue con distruzione dell'invasore alieno o il matrimonio.

Dicevo, lo zoccolo duro con cui parto sono quindi tre dei quattro tedeschi. Gente in gamba intendiamoci, ma forse soffrivano troppo la mia superioritá nel calcio balilla. Posso assicurarvi peró, cari amici lettori di thisiszuppa, che fossilizzarsi sul gruppetto iniziale di tre tedeschi (di cui due rosicano per la mia maestria nello scascionare) rischia alla lunga di essere un goccino limitativo. Dico sei in cina e hai 95 cinesi a disposizione, fai due piú due. No, che avete capito, non intendevo di aprire una fabbrica manifatturiera. Bensí, considerato che non hai piú la macchina fotografica, approfittane per portare a casa qualche esperienza, pensiero, abitudine di questo strano popolo.

Il tutto é facilitato dal fatto che tutti i ragazzi presenti alla conferenza sono di una socievolezza unica. Anzi sono proprio loro a voler fare amicizia con te. A partire da quello che ti aiuta senza successo ad ottenere uno sconto sulla camera d'albergo fino alle cinque cinesi ridacchianti che ti circondano per conoscere i segreti dei progetti dei tuoi colleghi. E continuano a circondarti ridacchianti anche dopo che gli hai detto che dei progetti dei tuoi colleghi non ne sai proprio un acca.

Cosí ci ritroviamo tutti alla cena di gala. Finalmente una grossa tavolata, cosicché anche non tedeschi si potessero unire a noi. E meno male aggiungo io, perché ancora una volta si mangia quasi alla cieca, se non fosse per le poco dettagliate spiegazioni dei locali, anch'essi imbarazzati nel non capire che accidenti ci sia nel piatto. Comunque la cena va via che é uno spasso, considerato che nel palco antistante ai tavoli si esibiscono dei ragazzi che sembrano usciti da "Amici di Mariang deng Filipping". Fantastici, si parte con due cinesi atipiche (nel senso... va beh... diciamo "meritevoli") vestite da cowboy e si arriva, passando per un cinese ingelatinato che canta con trasporto la canzone di ghost vestito da Tony Manero, ad un professore che si esibisce con successo nella versione cinese di "'O Sole Mio". Coseche valgono da sole il prezzo del biglietto della cena. Che non ho pagato. Visto che l'atmosfera va rilassandosi grazie alla birra cinese servita in bicchieri da vino minuscoli, ne approfitto per togliermi due dubbi dai cinesi:

  1. Che ne pensano del fatto che internet in Cina sia censurato. Pensate, ad esempio, che un cinese non puó consultare Wikipedia. E, ancor piú grave, un cinese non puó leggere il mio blog. E infatti se riesco a leggere i vostri commenti, é solo grazie a quello smanettone di Zeppe e i suoi trucchetti, che certamente mi sono costati una schedatura da parte della polizia locale.
  2. Come accidenti fanno gli amici cinesi a tagliare con le bacchette i bocconi troppo grossi. E non fate finta che non sia un dubbio che vi attanaglia da quando avete visto la vostra prima bacchetta. Insistete a fare finta? E allora io non ve lo dico come si fa e lo aggiungo alla lista di mie capacitá invidiate, come far scorrere la pallina a mille all'ora dopo una sassaiola del portiere.

La sera si esce sempre nel nostro locale di fiducia, dove ormai ci danno del tu. Anche perché in inglese non esiste la forma di cortesia del Lei. Dove riesco ad infilare una prestazione record di 9 birre cinesi da 0.33 in tre giorni. E ragazzi odio ripetermi, ma MAGIE e dico MAGIE al biliardino. La storia della sveglia mancata il giorno dopo la sapete giá. Quello che non sapete é che divento fraterno amico di tale Zhao Zhao con cui mangio a pranzo e a cena, che continua a riempirmi di aneddoti sui cinesi da far invidia ad un libro sul confucio. Tipo, lo sapevate che:

  1. In cina sono 1 miliardo e 300 mila persone (non é questa la notizia) e ci sono solo 100 cognomi? E Zhao e uno di questi cento. Mentre per il nome puoi scegliere quello che ti pare. Forse per questo i genitori di Zhao, lungimiranti, avranno pensato che nessuno aveva pensato di dare il nome di battesimo uguale al cognome.
  2. I cinesi per scrivere in cinese con il computer non usano una tastiera di un metro quadrato, bensí hanno una tastiera normale con una specie di enorme t9. Tu scrivi la parola come la pronunceresti, e lui attacca a farti vedere una lista di millemila ideogrammi tra cui scegliere.
  3. Che ogni carattere corrisponde ad una sillaba. E che si puó solo scrivere Lu - Ka ma non Lu - Ca, perché Ca si pronuncia Za.
  4. Che ci troviamo nell'anno del maiale. E io sono nato nell'anno della scimmia. E che gli anni non hanno numeri, bensí sono identificati da una lista di dodici animali che si alternano. E quindi puoi stimare l'etá di qualcuno sapendo l'anno di nascita con un margine di errore enorme. Quindi immagino giá i rubacuori cinesi che chiedono l'anno di nascita ad una sorridente cinesina e cavallerescamente tolgono 2 cicli di animali rispetto all'etá stimata. Poco conta se vanno sottozero.
  5. Che il dragone é immagine di Dio. E che gli uomini sono chiamati "Figli del Drago". Inutile dire il mio imbarazzo nello spiegargli che in Europa i draghi sono solo quelli che sparano fuoco.
  6. Che la cina ha combattuto contro i giapponesi la prima e la seconda guerra mondiale. Occhei bravi, voi lo sapevate e io no. Volete un premio adesso? Vi accontento, sappiate che questa risposta di Zhao Zhao era alla mia domanda "La Cina non é stata interessata dalla seconda guerra mondiale, vero?".
  7. I mandarini cinesi fanno proprio schifo. Questo lo sto dicendo io, ma Zhao Zhao confermerebbe. Assurdo, 4 mandarini 2 EYPO e 80 e ci sono 4 semi per spicchio.

E milioni di altre cose, tipo che nel calendario cinese oggi é circa il 10 agosto, che al momento fingo di non ricordare perché ho abbastanza sonno. Si conclude la serata, si spengono le luci tra le divertenti battute degli astanti quando dico che rimarró fino a lunedí prossimo qui, visto che in questa cittá c'é proprio poco da fare. Ma io sono tranqiullo, per la mattina sono giá daccordo con un cino-singaporese e, per il pomeriggio, una tale cinesina Li Ying mi invita ad unirmi a lei in un tour di Jinan guidato dal suo collega Simca Tiang, egli originario di Jinan.

Si torna al solito Bar, altre spettacolari gesta a biliardino, altre spettacolari 4 birre e, non per vantarmi ma per tenere statistiche, quarta cinese che attacca bottone. L'ho capito da solo senza che me lo spieghiate: é tutto per colpa dell'EYPO forte.