venerdì 8 febbraio 2008

Correva l'anno...

Correva l'anno 1995...

Quante cose erano diverse... a quei tempi...

  • ...quando vedevo un prezzo non dovevo mentalmente convertirlo in Lire, giacché era giá in Lire...
  • ...Berlusconi era al governo... anche adesso direte voi, ma parliamoci chiaro: aveva un casino di capelli in meno a quei tempi...
  • ...scorrevano sugli schermi le immagini di "Vacanze di natale ", di cui vi faccio assaporare un immagine emblematica: Massimo Boldi che scende a bordo di una tazza del gabinetto con un completino originale di Superpippo. Trama. Vacanze ad Aspen, Christian de Sica (Don "Sandriniello" Buro) ha problemi con la moglie e Massimo Boldi () ha la figlia che si innamora di Dylan di Beverly Hills. In confronto "Gli Intoccabili" sembra una puntata dei Teletubbies.
...e anche io, mentre correva l'anno 1995, per la prima volta sono andato a sciare. Certo, non ho cavalcato una tazza del cesso né tantomeno indossavo il completo di superpippo, ma mi divertii molto. Mentre correva l'anno 1995. [Fine forma. Segue aneddoto lamentoso alla fine del post]

Corre l'anno 2008. E faccio il bis. Daltronde sciare é come andare in bicicletta, una volta imparato non lo dimentichi piú. E come no. Si parte Mercoledí 6 Febbraio ore 06:45.

Abbigliamento di Fantozzi: maglietta della GIL, mutanda ascellare aperta sul davanti e chiusa pietosamente con uno spillo da balia, grosso racchettone 1912, elegante visiera verde con la scritta "Casinó Municipale di Saint Vincent". Zuppa: Giacca e pantalone da sci ereditati da un amico (Don Buro), maglione in Pile ereditato da un amico (Don Buro), maglietta termica, regalo della moglie dell'amico all'amico (Don Buro), calzamaglia inquietante ereditata da un amico (Don Buro), calzettoni rinforzati ereditati da un amico (Don Buro), occhialoni modello Vasco Rossi ereditati da un amico (Don Buro), guanti ereditati da genitore adottivo (Leo), scarponi e sci variopinti affittati in cambio di 21 EYPO.
Pronti via, si sale a bordo degli sci. Ho addosso sui 750 euro di attrezzatura professionale di un amico (Don Buro), cerco quindi di atteggiarmi a "tipo da pista nera". Il problema é che non riesco a raggiungere il cancelletto per prendere la pista blu. Il discorso é complesso. Io non so pattinare. Lo so, sto deludendo molti di voi, compresi gli amici se sapessero, che sono proprio io. Pensare che credevano, che fossi quasi un dio. No non ce la faccio, mi risulta un movimento innaturale, muoversi zigzagando in diagonale, non é minimamente ottimizzato e il mio corpo si rifiuta di fare una amenitá simile. Quindi vengo staccato dal gruppo che, zigzagando si avvicina a grandi zigzagate al cancelletto. Goffamente mi spingo con i racchettoni, rimpiangendo per l'ennesima volta di non avere a disposizione le bombolette del mio amico ultraman, con le quali non solo avrei fatto mangiare polvere ai miei colleghi zig-zaganti, ma avrei risalito la montagna lasciando dietro una scia di freschezza e morte, causa DDT. Salgo dunque a bordo della seggiovia, forse per la prima o forse per la seconda volta in vita mia. Qui il parere di un genitore naturale sarebbe ben accetto. Per un sardo adottivo la vista é interessate. Bianco, bianco e ancora solo bianco. Che bello, gli alberi! Gli sciatori! Gli uccellini! Le nuvole! In realtá cerco solo di distrarmi e non pensare, perché non ho la minima idea di cosa fare una volta arrivati a monte. Ingrata, la seggiovia mi scaraventa sulla neve, dove mi fermo sfoggiando una posizione "Zuppa Spazzaneve" [vedi piú avanti per capire].

Pronti via, si scende. Ora il ricordo della mia prima sciata 13 anni fa si fa piuttosto sbiadito, ma a me la pendenza di questa pista sembra un pó tanto esagerata. Ma io so andare a spazzaneve, e chi va piano va sano e va lontano. Chi va a Spazzaneve. Non chi va a "Zuppa Spazzaneve". La posizione "Zuppa Spazzaneve" é semplice. Prendete gli insegnamenti di vostro Zio, sciate un giorno e mezzo e lasciate riposare 13 anni. Otterrete cosí lo "Zuppa Spazzaneve". Tecnica cosí descrivibile. Spostate il peso in avanti ("giú con le ginocchia!") e incrociate un pó gli sci sul davanti. E chi va piano va sano e va lontano. Il problema é che con la posizione "Zuppa Spazzaneve" piano non vai, anzi acquisti velocitá e superi bellimbusti con 750 EYPO di attrezzatura non prestatagli da un amico (Don Buro) in assoluta scioltezza. La caratteristica principale di questo nuovo stile, é l'assoluta incontrollabilitá del tuo scendere. Non puoi rallentare, curvare, evitare ostacoli e bambini. Ma scendi, con una velocitá che va aumentando a causa della componente della forza di gravitá nella direzione parallela al piano di discesa. (Zeppe se dovessi aver detto imprecisioni non commentare ma avvisami su Skype). L'unica soluzione per riprendere il controllo é, come dicono gli austriaci, "sich runtersetzen" che in italiano suona "dare una culata micidiale all'indietro e frenare strisciando sulla neve". Apro una parentesi, la sapete la gara di Niky Lauda che fa la gara col coniglio? Insomma Niky Lauda prende la Ferrari, 50, 100, 150 e il coniglio gli sta sempre dietro... 150, 200, 250 e il coniglio gli sta sempre dietro... 250... 300... blocco dell'autostrada per lo sciopero dei Tir Niky Lauda inchioda e si ferma ad un centimetro dai Tir. Chiusa parentesi. Faccio una prima discesa con il mio fallimentare stile e tre dico tre "runter Gesetzungen". Chiaramente le cose non vanno per il verso giusto. La tuta me l'ha prestata un mio amico (Don Buro), penso sia sconveniente riportargliela a brandelli spiegando l'importanza dello stile "Zuppa Spazzaneve" per i giovani d'oggi.

Ma ecco che, come d'incanto, un angelo custode d'oltralpe prende a cuore il destino mio e della mia collega nicaraguense, gli unici due non in grado di sciare. E per un ora dico un ora ci fa da maestro di sci (e di tedesco, perché io quando approfitto di qualcuno lo faccio per bene!). E quindi mi spiega la grande falla del mio metodo. Ossia che, per quanto all'uomo della strada paia assurdo, non si scia con la parte piatta degli sci, bensí con i bordi. Impareró a sciare, poi un giorno riproveró ad applicare il mio stile per la discesa libera, ovviamente finendo la discesa con una rumorosa "runter Gesetzung" e mostrando invece degli sci la marca delle mutande in vista dalla tuta logora.

Comincio quindi a scendere, e devo dire che il tutto comincia ad avere un senso, sposti il peso da una parte e giri, lo sposti dall'altra e ti giri dall'altra e, cosa ancor piú interessante, esiste un modo per frenare che non sia lanciarsi all'indietro. Passa il tempo e cambia il maestro di sci, cominciamo con esercizi piú difficili, come scendere tenendo le racchette in avanti (lo so che non avete capito come, ma da spiegare é difficile), prendere lo skylift e fare la mia prima pista rossa. Poi si va a mangiare. E siccome il tempo é denaro e, soprattutto, il denaro é denaro io mi sono portato i panini da casa e li ho messi in pullman. Ovviamente il pullman era chiuso e io non avevo la minima idea di che faccia avesse l'autista, quindi desisto e continuo a scendere a stomaco vuoto, ma con la convinzione di ottimizzare il rapporto prezzo-prestazione. Scendo per la prima volta da solo, ormai posso cominciare a guardare con un minimo di disprezzo quegli sciatori della domenica che non sanno manco andare a spazzaneve. E mettono non solo a repentaglio la loro sicurezza ma anche quella degli altri. Assurdo, gente che per fermarsi si butta per terra. Se ne stiano a casa e lascino sciare chi lo sa fare. Scendo, scendo, scendo, da solo, in compagnia ma il tempo, tiranno passa. E si decide di fare una gran sciata tutti assieme. Scenario. Ore quattro del pomeriggio, tempesta di neve. Fondo TOTALMENTE ghiacciato. Pista rossa. Tutti scendono a guisa di furetti, io invece mi pianto ad ogni bordo pista. Non ridete, ma non so per quale motivo riesco a scendere da destra verso sinistra tranquillamente, quando cambio direzione acquisto velocitá e devo ricorrere al caro vecchio "runter setzen", ma con molto piú stile. Una, due volte. Poi dico, no Zuppa non fallisce mai. Poi mi accorgo di aver esagerato e dico, no Zuppa oggi non fallirá. E scendo con quel miscuglio in testa delle lezioni di 13 anni prima, scendo con le lezioni di oggi, scendo con la fame nello stomaco, scendo con il portafoglio ben sigillato. E ce la faccio, arrivo al rifugio dove tutti berranno un liquorino riscaldante. Tutti, non Zuppa perché c'é ancora il tempo di fare un ultima discesa e tra massimizzare prezzo prestazione o spendere soldi per il liquorino riscaldante la scelta é troppo semplice. E salgo per un ulima volta, nevica, visibilitá ridotta al minimo ma scendo cosí senza pensarci, naturale, da solo, a coronare una bellissima giornata e una piccola sfida vinta: aver coniato per i posteri un nuovo modo di andare sugli sci.

Si torna a Vienna e per due ore e mezzo dormo beatamente.

Finisce la giornata. E il mio ringraziamento va:

1) Al mio amico Don "Sandriniello" Buro, senza le cui elargizioni tutto ció non sarebbe stato possibile.
2) A Marina che mi ha prestato la maglietta a cui teneva tanto.
3) Ai colleghi austriaci che si sono trifolati gli attributi standomi appresso.

Alla prossima amici di thisiszuppa.







Ah volete sapere che fine ha fatto il coniglio... E che ne so io, provate un pó voi a frenare col culo a 300 all'ora.







[Continua il piccolo sfogo] Ma non era una settimana bianca, era solo pasqua. Tornai felice ed abbronzato. E, ricordo indelebile, il lunedí dopo interogazione di storia. Ne chiamó due prima di me, interrogazione roba tipo la pagina "Di tutto per tutti" delle parole crociate. Secondo turno, il mio: il Bartezzaghi... Beh quella volta le risposi alla gran [omiss.] della [omiss.] e glielo dissi che quantomeno mi meritavo il cruciverba della prima pagina. E lei rispose "Invece di farti la settimana bianca, avresti fatto meglio a studiare storia"... Col senno di poi l'ho perdonata, la grandissima [omiss.] della [omiss.], daltronde come serbare rancore ad una grande [omiss.] che sosteneva di essere andata in Germania ed aver comunicato efficacemente con gli autoctoni parlando in Latino. Mamma so che mi stai leggendo, non facevo la vittima, gli ero proprio antipatico a quella [omiss.].