E cosí si arriva in Grecia, si lascia l'Italia, gli Italiani (e questo, in tutta s incerit á, poco mi manca), il mare, il mio letto, le mie pantofole, il mio pelapatate preferito, quel gattino di polvere all'angolo alto sinistra del letto e altri piccoli dettagli come la famiglia, gli amici, etc. etc. (i due Etc sanno che mi riferisco a loro).
E cosí si arriva in Grecia. Che poi come diceva qualcuno "Partire é un pó come arrivare". O forse era "Partire é un pó come morire". In tal caso quel qualcuno che diceva "Partire é un pó come arrivare" sono io. Il tutto per dire che, in fondo, la Grecia é estremamente simile alla Sardegna, sia in quanto a vegetazione sia in quanto culla di grandi pensatori.
E cosí si arriva in Grecia. E tre. E si ritira la macchina. Una fiammante Chevrolet Matiz. Che poi diciamola tutta, la Matiz la preferivamo un pó tutti Daewoo, aveva quel suo non so che di fascinoso. La Matiz é una macchina che ha tre caratteristiche
- La terminazione della porta passeggeri posteriore (ebbene sí, ha cinque porte) coincide con il portabagagli. Il che vuol dire che nel portabagagli ci sta, stretto, Il foglio di Giuliano Ferrara. Giuliano Ferrara non ci sta in una Matiz manco se lo fai entrare dal portabagagli abbassando i sedili posteriori.
- La Matiz é un esperimento di autovettura con frizione digitale. Nel senso che il pedale della frizione ha un escursione di 0,4 millimetri, di cui 0,3 sono zona morta.
- Quando la Matiz incontra per strada una Hyunday Atos Prime, la nostra simpatica automobilina scatta tipo Herbie il maggiolino tutto matto. Inutile cosa facciate, fosse anche tirare il pedale della frizione verso l'alto o suonare la marcia di Radetzky col clacson, la Matiz non tornerá in vostro possesso prima di aver avuto la meglio della Prime (e averle mostrato, a mó di sberleffo, il tappo della benzina).
Ciancio alle bande. Torniamo a noi. Il primo giorno prevede visita de:
- Tempio di Poseidone
- Tempio di Artemide
- Cittá di Maratona
- Albergo "Attica Beach"
Il primo punto lo si raggiunge senza particolari affanni. La guida dice "Il tempio di Poseidone dista due ore e mezzo da Atene. Per visitarlo sono sufficienti cinque minuti". Rob a da scoraggiare un pensionato che cerca di ammazzare il tempo. In realtá il tempio, di cui (come un pó dappertutto) rimangono solo le timide colonne, vale alla grande la visita. Si erge infatti su un promontorio a strapiombo sul mare, da cui si gode una vista interessante (per un austriaco probabilmente "mozzafiato"). Se non altro perché tutti, e dico TUTTI, i siti e musei archeologici in grecia sono, per gli studenti della unione europea, G R A T I S. Dolce é il suono di questa parola gentile.
Si va dunque alla ricerca del secondo punto. Sfortunatamente la Matiz di cui eravamo in possesso non possedeva il sistema di navigazione satellitare, in genere dotazione di serie nella Matiz. Poco male direte voi, se in auto ci sono tre (dico tre) ingegneri dotati di cartina.
Ora dovete sapere che in grecia i cartelli stradali (come tutto il resto), sono scritti in greco. Lasciamo perdere il fatto che nelle mie banconote d'euro mi devo beccare la scritta EYPO. Dico: stiamo facendo la moneta unica, la calligrafia unica non mi pare un traguardo irraggiungibile. Aggiungete che non esiste in Grecia un cartello stradale dove non sia stato appiccicato un adesivo, generalmente bello al centro dove ti blocca il tentativo di lettura "Ro... Omega... Alfa... Adidas...". Insomma facciamola corta, per passare dal punto A al punto B si é fatta la strada in figura. Ora lasciate perdere le che abbiamo sprecato benzina (che vuol dire sprecare EYPO), che bastava fare 10 chilometri dritti invece che 80 in tondo. Accontentatevi di sapere che siamo arrivati alle 7 al Tempio di Artemide e il Tempio di Artemide chiudeva alle 3.
E' il caso di fare rotta per l'albergo, situato in una cittá non presente nella cartina, per trovare la quale usufruiamo delle indicazioni (in tedesco) di un simpatico pensionato (greco) che ammazzava il tempo (forse fantasticando di essere al tempio di poseidone). L'albergo é interessante (per un italiano probabilmente "mozzafiato"), e la cittadina é una specie di localitá turistica per ultranovantenni. Prima cena, una Gyros Pita. Un giro sul porticciolo, mezzo Bartezzaghi e si va a dormire.
2 commenti:
sei un uber, oltre che di spreadsheets, anche di viaggi! Io non sono riuscito nemmeno a vedere il partenone in 5 ore libere all'aeroporto di atene, principalmente perche' il partenone non e` all'aeroporto di atene.. poi la metro chiusa e la mia fiducia nei bus e traffico greci verso l'ora di pranzo hanno fatto il resto.
mi raccomando scatta foto a qlke statua della mia amica penelope! :P e dille da parte mia ke nn inganna + nessuno continuando a disfare la tela durante la notte!
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