Con questo dilemma mi sveglio il mattino seguente. Che poi pensare é poco male, a me stesso mi rivolgo tuttora in italiano. Il problema é svegliarsi la mattina (TUTURUTURUTUTÚ) e dover spiccicare parole in tedesco, particolarmente se chi ti parla sono due tue colleghi in mutande. Si decide quindi tra un "nein", un "sí" e un "boh" (che credo sia internazionale) di andare a fare il bagno nella spiaggia dell'albergo. Non sará come fare il bagno a mezzanotte (cosa che comunque non ho mai fatto, al massimo una doccia alle undici e un quarto), ma ha un suo certo fascino.
Dopo la colazione si parte alla volta di Maratona che, per ragioni di tempo, avevamo fatto scalare dal giorno prima. Si comincia dal "Tumulo degli ateniesi" ossia la collina che ricopre gli ateniesi morti durante la battaglia di maratona. Effettivamente é nient'altro che una collina, ma massimo rispetto per il contenuto. Si passa poi a visitare la colonna erta dagli ateniesi per ringraziare non so quale deo per la vittoria sui persiani. La vedete qui nella foto accanto. Bella, bianca, sembra verniciata da poco. E infatti probabilmente lo é, dal momento che scopriamo essere una replica. Ora dico, posto che non mi pare nulla di speciale, se non una colonna bianca con un capitello sú in cima, potevate metterne un pezzo (anche una replica giá che ci siamo) in qualche museo e dire "Toh in un campo vicino maratona c'era una colonna bianca con una colonna sú in cima". Concludiamo il nostro tempo a maratona con la visita al museo. Amo stare nei musei. Quando fuori ci sono 38° e il museo ha l'aria condizionata.
Da maratona si parte alla volta di Delfi. Premetto che Delfi sta bello lontano da Maratona (leggi 200 km), quindi prevediamo tappa alla famosa Tebe. La guida dice che della antica cittá di Tebe non é rimasto molto. Ed effettivamente non si sbaglia, se arrivano a considerare Sito Archeologico il giardino di casa della signora. Si decide quindi di fare provviste di viveri al Carrefour locale, che si chiama Champion. Dirai, se si chiama Champion non é Carrefour. E invece ho due buoni motivi per pensare di non sbagliare:
1)Al Champion ci sono i prodotti a primo prezzo di marca "1" proprio come al Carrefour. Anche se i prodotti "Pollice Sú" dell'Auchan gli stanno una spanna sopra.
2) I cartelli delle offerte speciali sono scritti con l'inconfondibile calligrafia nelle offerte speciali del Carrefour. Credo mandino l'addetto delle scritte delle offerte speciali in una cittadina della Francia dove ancora si tramanda la sacra arte come insegnato da Jean Paul Carrefour, rimpianto fondatore della omonima catena e acerrimo nemico di Lilian Auchan.
Ripartendo lascio finalmente il volante e mi godo lo spazioso sedile posteriore della Matiz. Ripartire é un pó come morire, dico io stavolta. Colui a cui dó il cambio, infatti, mi spara cambi di marce a 5-6000 giri. Daccordo che qui la benzina costa poco, ma perché mi devi bruciare il tesoretto di benzina accumulato con eleganti cambi a 2500 giri e leggiadre andature di quinta marcia a 50km/h? Se poi aggiungete che Delfi sta in cima ad una montagna, potrete ben immaginare il mio dolore nel sentire la macchinina tutta matta scalare la montagna emettendo dal motore quel canto di disperato lamento che pareva dire "LUUUUUUUUUUUUUUUU".
Insomma a suon di benzina (ossia di EYPO) a Delfi ci arriviamo. Prima tappa, Museo Archeologico. Il Museo Archeologico di Delfi ha una divieto fantastico. No, non é quello che potete immaginare, non ti proibiscono di fotografare, né di mangiarti le unghie, né di dire "che palle questi sassi". Nel Museo Archeologico di Delfi é vietato POSARE PER FARE LE FOTO. Geniali. Sará stata l'ultima volontá dell'oracolo, che nessuno si mettesse in quelle posizioni ridicole (in genere braccia lungo i fianchi, sorriso forzato e testa leggermente piegata a sinistra) davanti a quei pezzi di storia. Regola che proporrei di esportare in tutti i musei del mondo. Anzi facciamo in tutti i luoghi pubblici.
Il Sito Archeologico, invece, comprende sassi... o pietre, chiamatele come volete, disposte in un complesso che conta 300 metri di dislivello. Intendiamoci non vuol dire che sono rotolate giú, proprio quanto che la costruzione piú in basso sta 300 metri piú in basso di quella piú alta. Notevoli il teatro, conservato praticamente in maniera perfetta, il tempio di Apollo, di cui rimangono le consuete 4 colonne, e uno stadio con tanto di gradinata. Anche il resto é molto bello, ma si fatica molto a capire di cosa si tratti visto che, a tutti gli effetti, si tratta di rovine.
Poco piú in basso si puó visitare il tempio di Athena Pronaia, dove mi godo un primo tramonto. Ma siccome a me i tramonti piacciono molto, faccio ancora in tempo a godermi quello dall'alto della cittá. Poi cena a base di Moussaka, ossia la loro rivisitazione delle lasagne, per primo e la loro rivisitazione degli spiedini per secondo. Il tempo di offrire una birra per una scommessa persa l'anno prima (e in tutta sinceritá creduta essere caduta in prescrizione) e si va a dormire.
2 commenti:
Ma la casa di Anastopulhos (indementicato attaccante dell'Avellino anni 80') l'hai visitata?
Io all'oracolo avrei kiesto di portarmi via un bel po' di nervoso x distribuirlo agli altri....xkè sn molto altruista!
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